8 marzo 2009

2a tappa Transquadra - Cronistroria

24 gennaio - 1° giorno - Partenza

Siamo partiti oggi pomeriggio, alle 15.00 UTC precise, in una giornata quasi soleggiata e promettente, con un bel vento di 20-25 nodi da Ovest: ovviamente, dopo la boa di dismpegno ci ritroviamo di bolina (...)

Come mi ero ripromessa ho passato la linea per ultima, per evitare incontri ravvicinati che avrebbero potuto rovinare la vacanza..... I doppi sono partiti 15 minuti dopo, e già prima del buio qualcuno mi ha sorpassato: è il destino dei Pogo di bolina (ci si consola come si può...).

Passare a sud o a nord di Madeira? A nord c'è più vento, ma la strada è un po' più lunga, inoltre dovrei fare un bordo o due, e con l'angolo che riesce a fare il Pogo forse non mi conviene. Qualcuno l'ha fatto, e ha evitato di entrare nella prevedibile piatta a sud di Madeira, portandosi subito in testa. Tuttavia la maggioranza ha fatto come me, e dondola stasera nella piatta, con il rischio non remoto di cozzare gli uni contro gli altri. Impossibile andare a dormire.....
Una nave della Costa Crociere partita da Funchal attraversa la nostra flotta, sembra un elefante in mezzo ad un nugolo di lucciole. Una raffica di flash ci indica che i passeggeri senz'ombra di dubbio ci hanno visti, speriamo che anche il comandante sia attento...

25 gennaio - 2° giorno - scelta della rotta

Le previsioni meteo, prima della partenza, quando ancora avevo accesso via internet a tutti i dti possibili e immaginabili, davano un anticiclone non proprio stabilito ma in evoluzione positiva, centrato un po' più a sud della nosra latitudine. Per evitare di passare nel bel mezzo dell'alta pressione ho deciso per la rotta sud, cioè di contornare l'alta pressione per avere un po' più di vento, e portarmi in un corridoio barometrico fra i 1021 e i 1020 hPa, che dovrebbe garantirmi un flusso abbastanza stabile da NE poi da E fra i 20 ed i 25 nodi. Questo allunga la strada di ca 300-350 miglia.... (2 giorni...), sempre che l'anticilone non si sposti più a sud. Speriamo di averla azzeccata, ma i "bravi" stanno seguendo la rotta diretta, ciò che mi sorgere qualche dubbio amletico sulla mia scelta.
Mi sto quindi portando verso SW con un'andatura che si allarga con il passare delle ore dalla bolina al lasco, dal Genova al gennaker.

L' influenza presa sulle alture di Madeira non sembra voler passare, proverò con la terapia del sonno...

26 gennaio - 3° giorno - fine ingloriosa del gennaker

Era una notte buia e tempestosa, avrebbe scritto Snoopy di linusiana memoria.... Era buia, ma proprio nera-nera, ma non molto tempestosa ad onor del vero; un aumento del vento mi ha tuttavia svegliata e spinta ad ammainare il gennaker. Una piccola esitazione: l'ammainata di questa vela mi dà sempre problemi e sono troppo addormentata per essere al massimo delle mie facoltà cognitive ed operative... "Coraggio: sbrigo questa faccenda e poi mi rituffo sotto le coperte!"

La drizza che scappa, un po' di ritardo nel recuperare la vela, e il danno è fatto: gennaker in acqua.
Accidenti, mi precipito sul comando del pilota per fermare la barca, blocco la barra in una pseudo-cappa, ed inizio a recuperare i 63 mq di tessuto. Il gennaker ha già cominciato a strapparsi, spero non troppo, non vedo nulla, sento solo il rumore del tessuto che si apre, ma con qualche ora di cucito dovrei salvarlo.

Tiro, recupero, ci riprovo, sono fradicia: non avevo messo la cerata pensando di concludere la manovra in pochi minuti...
Tira e molla ancora ma non viene più su nulla, proviamo dall'altro angolo, si blocca di nuovo. Ahimé, sembra proprio finito nel timone. Non mi piace l'idea di scendere sotto la barca per districare eventuali pasticci: prendo il coltello e inizio a tagliare la mia vela preferita affettuosamente chiamata Pink per il suo colore... e riesco a raccattare tutto.
Ora ciò che resta della vela è lì nel suo sacco, triste, ferita, grondante e irrecuperabile.

Claudia mi proporrà di farne delle borsette da spiaggia da vendere ai miei fans per finanziare l'acquisto di uno nuovo.....

L'inconveniente mi riconduce alla prudenza: la strada è ancora lunga, avrò bisogno dei miei spi fino all'ultimo, la mia esperienza con le vele da vento portante su questa barca è molto esigua, d'altronde di notte c'è maggior pericolo di sbagliare le manovre ed è più delicato recuperare un errore, per cui decido di navigare con il Genova durante le ore buie finché non ci sarà la luna a darmi una mano, perdendo sicuramente uno o due nodi di velocità ma guadagnando in tranquillità.

Mal di testa persistente e febbre, dovrò decidermi ad aprire la cassetta della farmacia!

27 gennaio - 4° giorno - problemi di Iridium

Dormo molto, di notte circa 5 ore interrotte solo ogni tanto per controllare l'orizzonte: non c'è mai nessuno..... Di giorno un paio di sieste di mezz'oretta. Il famoso Cluster napping del Dott. Stampi. Ora che so come si chiama e che anche Ellen Mac Arthur dorme a questo ritmo mi sento autorizzata a farlo senza sensi di colpa ;-)

Il vento è ballerino, salti di 30 e anche più gradi, il mare è incrociato, e spesso piove... avevo immaginato di ritrovarmi in bermuda e maglietta a parare i colpi di sole a suon di spalmate di crema solare, invece indosso ancora i vestiti pesanti e la cerata, anche perché piove spesso.
Attendo l'aliseo con impazienza, scruto l'orizzonte per avvistare le nuvole a batuffolo che indicano che si è stabilito, ma il cielo è tutto coperto..... e il barometro segna ancora più di 1024 hPa: devo scendere ancora più a sud, la strada si allunga. La mia posizione in classifica è leggermente migliorata, sono 15° dopo essere stata ultima, ma credo sia da ricondurre soprattutto a ritiri e avarie subite da altre barche.

Iridium è insolitamente lento a scaricare i grib (files meteo che pesano poco più di 20-30 k), e addirittura anche la posta: la comunicazione si interrompe a metà, devo ricominciare tutto più volte con grande spreco di minuti e di imprecazioni, e benché il segnale sia al massimo, non appena inizio la comunicazione si riduce ai minimi termini.
Nitroglicerina mi comunica che ha lo stesso tipo di problemi attraverso un ponte-iridium-sms-email via Sara a Milano, di cui non colgo i dettagli tecnici. Sara mi chiede lumi e informazioni meteo da ritrasmettere, cerco di mandare le poche informazioni che ho.
Ancora niente nuvolette a batuffolo.

28 gennaio - 5° giorno - sempre problemi con Iridium

Oggi bella giornata di spi leggero, il barometro segna 1021.4, ci siamo quasi!
Ascolto un po' di musica, il mio impianto non è dei migliori e la sento solo se non c'è troppo vento, ma non mi azzardo a mettere le cuffie: non capirei più da dove viene il vento, e non potrei stare senza sentire il mare e i rumori della barca, mi sembrerebbe di perdere il controllo!
Proseguono i problemi con Iridium, essendo impossibil scaricare i grib navigo secondo barometro. Ho supplicato Donatella di non mandarmi più le cartine meteo, che scarica dal sito della NOAA, riduce in dimensioni e peso e mi invia giornalmente. Ma pur essendo leggere, bloccano la ricezione degli altri mails e dei comunicati del comitato di regata, che, oltre ad alcune News ci manda due volte al giorno le posizioni di tutti i concorrenti. La mia referente a terra si sente molto frustrata....

29 gennaio - 6° giorno - controlli

L'influenza sembra passata, da sola o con l'aiuto delle abbondanti sudate fatte grazie alla cerata ad ogni manovra di spi.
Finalmente il cielo si è scoperto, ha smesso di piovere, ed è apparsa la luna. Per ora è solo un piccolo accento nel cielo che tramonta poco tempo dopo il sole mentre le stelle si accendono ad una ad una, ma la situazione promette di migliorare!
La giornata è stata un po' avara di vento e mi sembra di non avanzare molto, ma è stata un'ottima occasione per procedere ai controlli quotidiani dell'attrezzatura in modo più minuzioso del solito. Le drizze di spi si consumano abbastanza velocemente, soprattutto quella di dritta (che è di qualità un po' inferiore all'altra): ogni 5-6 ore di utilizzo devo tagliarne un pezzo di ca 20 cm per evitare una rottura repentina. La randa necessita ogni tanto della posa di una pezza di protezione, mentre i controlli di tutte le manovre correnti, draglie, sartie, albero, boma, tangone, barra di collegamento fra i due timoni (punto notoriamente debole sui Pogo) danno un risultato molto soddisfacente: nulla da segnalare. Le protezioni che ho aggiunto sui vari punti di sfregamento si rivelano adatte, pur essendo poco estetiche, soprattutto quelle sulle crocette e sulle draglie a prua, nella zona dove, al lasco, il grembiule del genova sfrega di continuo.

30 gennaio - 7° giorno - ottovolante

09.51 (UTC) : il GPS indica 2'000 miglia all'arrivo, e la rotta comincia finalmente a puntare nella direzione giusta! L'investimento fatto nel portarmi a sud comincia a dare i suoi frutti: ho guadagnato un'altra posizione
Giornata da ottovolante: per la prima volta in vita mia ho portato lo spi a 30 nodi di vento.
Una stretta alla bocca dello stomaco, misto di paura ed eccitazione, la tensione continua per essere pronta in ogni momento ad ammainare, belle planate a 14 nodi (15.9 il record), due enormi baffi di schiuma ai lati di ZenZero, spruzzi da tutte le parti, la barca che vola, addirittura che salta le onde, lo scafo che canta.... non oso scendere sottocoperta neppure per andare in bagno: Le straorzate dovute all'onda (sempre incrociata) e a una risposta tardiva del pilota o al suo disinserimento, o peggio una strapuggiata, sono sempre in agguato, ma è troppo bello per smettere!
Il pilota si comporta in modo eccezionale: consuma un sacco di energia ma non sbaglia un colpo! Quando prendo il timone la barca va anche più veloce. Questa sì che è l'andatura che piace a ZenZero, quella per cui è stato disegnato! Lo sento fremere di gioia ad ogni onda presa bene, ad ogni planata: gli parlo e lo sprono.
Stasera sono distrutta dalla fatica, ma ho guadagnato una posizione!

31 gennaio - 8° giorno - avarie sulle altre barche

Iridium funziona di nuovo! Scarico grib e posta elettronica arretrati senza problemi. Ricevo quotidianamente messaggi da mio fan club, e anche da persone che neppure conosco: è incredibile quanti stanno seguendo questa mia avventura. Ognuno si impegna per darmi informazioni, commenti, a volte consigli (non sempre azzeccati, ma è evidente che stare a casa in poltrona è diverso che stare in mare!).
Anche fra i vari Pogo ci scambiamo notizie, Ratafià oggi mi scrive che Eric si è ferito in una straorzata, dopo aver riparato la barra di connessione fra i timoni, di cui si è rotto lo snodo, ed aver incocciato in un globicefalo poco attento.
Le Transquadra News inviate dal comittao di regata sembrano un bollettino di guerra: è sorprendente il numero di spi scoppiati e di avarie che già ci sono state, qualcuno ha rotto i tre spi in dotazione prima addirittura di arrivare all'altezza delle Canarie, non si contano le scotte impigliate nei timone, i problemi di pilota, le caramelle o altre avarie minori. Due dei nostri (Pogo) sono tornati a Funchal un giorno dopo la partenza, Bertrand su Zinzolin per problemi di pilota, Patrick e François di Avel perché non caricava l'alternatore. Sono ripartiti quasi subito, dopo aver sistemato le loro avarie ma sono molto indietro, Bertrand fa parte di chi non ha più spi, ma vedo che non perde molto, anzi recupera... è davvero un grande! e soprattutto non si perde mai d'animo e prende tutto con umorismo e poesia.
Certo se non avessi la lettura degli email ogni giorno sarei veramente molto sola, mentre così sembra proprio di essere in una squadra. Ognuno per sé, è vero, ma i Pogo sono un gruppo molto unito.
Stasera un po' di disappunto quando non è partito il motore per caricare le batterie. Calma: con la cella al combustibile non è un problema, se non riparte il motore dovrò solo passare dalla modalità "massimo confort", alla modalità "consumi controllati" (cioè meno ore di pilota e risparmio oculato sulle altre utenze), senza dover entrare in emergenza.
Alla fin fine si tratta solo dei morsetti della batteria motore un po' allentati...tutto OK, il motore gira di nuovo.

1° febbraio - 9° giorno - giornata di groppi

Groppi, groppi e ancora groppi, spi su e giù: è tutta ginnastica! Arrivano da dietro, come un agguato, nuvoloni scuri carichi di vento e acqua, mimetizzati nel generale grigiore del cielo coperto.
Sono fradicia, l'interno della barca pure, benedico la calza dello spi, senza quella, credo che avrei rinunciato da un pezzo a rimettere lo spi per l'ennesima volta, forse per solo 10 minuti prima di doverlo ammainare di nuovo.
Incrocio una nave che ha il radar spento (lo vedo dal mio riflettore radar attivo che indica con una luce quando emette il segnale di risposta). Benvenga anche il ricevitore AIS! Devo manovrare per non avvicinarmi troppo a Barbara, nave olandese, che mi passa assai vicino.

2 febbraio - 10° giorno - metà strada

Si pone la questione di come definire la posizione della metà strada: la proiezione del punto centrale dell'ortodromica sulla mia rotta effettiva, la metà delle miglia da percorrere secondo la rotta presumibile o dei giorni stimati per completare la traversata? Per non cedere alla tentazione di anticipare questo momento mi sincero di aver passato almeno metà strada sia dell'ortodromica che delle miglia effettive, e festeggio il passaggio con un Gatorade e un po' di cioccolato. Il mio fan club si sta preoccupando: arriveranno prima di me in Martinica per potermi accogliere? Nel mio intimo penso di no, con un sorrisetto di malcelata soddisfazione. La mia posizione è migliorata ancora un po', sono 12a e comincio a divertirmi sul serio a controllare il mio avanzamento rispetto agli altri, anche perché ora procediamo praticamente tutti nella stessa direzione e l'indicazione delle miglia restanti all'arrivo di ognuno comincia a prendere un po' più di significato.
Un "Warning" del comitato di regata avvisa che due concorrenti della Vendée Globe stanno per incrociare la nostra flotta, Safran in testa e Roxy in coda. Aguzzo gli occhi tutto il giorno, mi piacerebbe proprio vederne uno! Ma senza esito; aveva ragione Giorgio che teneva d'occhio i concorrenti della Vendée: per me nessun rischio di collisione.
Sempre spi anche oggi, stasera lo tengo fino al tramonto della luna: la barca canta, scodinzola sulle onde, plana, e si comporta in modo meraviglioso. Spesso prendo il timone, per far riposare un po' il pilota (che, per inciso è molto più affidabile di quanto pensassi: un plauso a NKE), risparmiare energia, e soprattutto divertirmi.
ZenZero sembra una deriva, è un piacere portarlo, sentire l'onda che arriva da dietro, la poppa che si alza, lo scafo che inizia a cantare, la planata che cerco di mantenere più a lungo possibile seguendo l'onda, è incredibile: la barca vola, salta le onde, gli spruzzi arrivano fino a poppa... è felicità pura, canto anch'io a squarciagola....

3 febbraio - 11° giorno - fine dei collegamenti

Stamattina mentre ero al tavolo da carteggio ho aperto incautamente l'oblò per avere un po' d'aria (comincia a far caldo) e far passare l'antenna GPS-USB, una straorzata ha mandato ZenZero con le crocette in acqua: il tempo di uscire per lascare la scotta è entrata acqua bagnando il datakit di Iridium e il cavo che trasmette al PC.
Fine dei collegamenti!

Resta ancora unicamente la possibilità di inviare e ricevere sms
A mezzogiorno (UTC) è mia abitudine mandare la mia posizione con qualche commento sulla mia pagina web, per fortuna posso farlo anche via SMS, ma limitando il messaggio a 160 caratteri, compresa data, ora, coordinate e rotta.
Pochi caratteri a disposizione per comunicare di non poter più mandare né ricevere mails, meteo, posizione dei concorrenti, affinché nessuno si preoccupi del mio silenzio che durerà, temo, fino all'arrivo.
Il vento aumenta, la giornata cambia aspetto e inizia a piovere quasi di continuo, con groppi a ripetizione. Navigo con il Genova, che devo addirittura ridurre, riduco anche la randa, continua a piovere.... E niente informazioni meteo. Percorro comunque quasi 200 miglia in 24 ore, sono sempre in dodicesima posizione e ho guadagnato qualche miglio su Holen Studio che mi precede (ma ancora non lo so).

4 febbraio - 12° giorno - informazioni discordanti

E' incredibile come l'essere umano si abitua facilmente alle comodità: la tecnologia ci permette di avere un collegamento internet a bordo, pur se lento e non sempre affidabile. Sinora passavo anche oltre un'ora due volte al giorno al tavolo da carteggio per studiare l'evoluzione del vento, la posizione degli altri concorrenti, e pianificare la rotta migliore che avrei dovuto tenere per non perdere troppe posizioni, giostrando con le varie informazioni ricevute, inserendole nel programma MaxSea e giocando con il modulo "routage".
Ora mi sembra di non avere più nulla da fare, se non cercare di non mancare l'appuntamento col bollettino radio di RFI alle 11.33 UTC che fornisce informazioni molto generiche, lette ad una velocità supersonica che ne rende difficile la trascrizione.
Non è però il caso di perdersi d'animo, fino a un anno fa navigavo senza tecnologia né informazioni dettagliate, le performance non saranno le stesse, forse, ma ho quanto basta per arrivare in tutta sicurezza meteo fino in Martinica.
In ogni caso navigo soprattutto col barometro (alla vecchia).
Senza dimenticare che la mia squadra tecnica, costituitasi spontaneamente a terra, mi invia informazioni di ogni genere via sms.
Le indicazioni meteo non sono sempre concordanti, e le informazioni non corrispondono sempre a quelle che vorrei ricevere, ma fanno tutti del loro meglio; non posso che ringraziarli: Giuli, Davide, Dario, Laurent, Renato, e molti altri fra cui naturalmente, con un ritmo sfrenato, Donatella. La barca sembra un centralino-sms, piovono ad ogni momento avvisi di ricezione messaggi, segnalati con un lungo trillo snervante, al punto da essere insopportabili. Spengo il telefono: leggerò tutto insieme stasera, trascrivendolo per cercare di districare il grano dalla zizzania.
Dopo aver sciacquato ed asciugato tutti i pezzi del collegamento ritento più volte di rimettere in funzione il collegamento email, riconfiguro il tutto, insisto... ma il mio PC mostra sempre lo stesso laconico messaggio: "Periferica non riconosciuta".
Nel frattempo il vento è un po' calato, metto lo spi pesante per asciugarlo dalla pioggia di ieri, pur con la randa ridotta mi sembra di avanzare bene. Mancano ancora 1'000 miglia...

5 febbraio - 12° giorno - Zinzolin disalbera

Il tempo soleggiato mi incita ad un'ulteriore prova per ripristinare il collegamento internet: faccio bollire in acqua distillata (ne produce la cella al combustibile) il data kit ed i cavi di collegamento, nella speranza di togliere il sale che provoca sicuramente un qualche cortocircuito, facendoli asciugare poi al sole.
E funziona! Ma solo per un attimo: riesco a scaricare qualche messaggio di posta, ma quando arrivano gli allegati si interrompe tutto di nuovo: "Periferica non riconosciuta", stavolta non ho proprio più speranze.
Ho un fortissimo mal di schiena e di spalla, retaggio di altre navigazioni più movimentate, che sta diventando cronico, esasperato dall'umidità constante in cui vivo. Questa volta devo proprio aprire la farmacia e ingurgito antidolorifici come fossero caramelle.
25 nodi di vento, spi piccolo, groppi sparsi, salti di vento di 30 gradi e mare incrociato, addirittura un momento di piatta con vele che sbattono, per fortuna di corta durata: L'aliseo non corrisponde a quanto scritto nei manuali meteo, non si è stabilito bene e la situazione soffre delle depressioni profonde che passano sull'Atlantico nord.
Un sms di Davide mi comunica che Zinzolin ha disalberato, poche le informazioni, ma Bertrand sta bene, non è ferito, ha acqua e viveri a sufficienza e sta preparando un armo di fortuna col tangone (l'albero è finito in fondo al mare).
Oggi era il suo 50° compleanno e prima di partire stava valutando se imbarcare una bottiglia di champagne per festeggiarlo. Bella festa! So che è un grande marinaio, se la caverà bene di sicuro, ma un po' di preoccupazione resta, soprattutto perché non risponde ai miei sms (saprò in seguito che ha finito la scheda prepagata).

6 febbraio - 13° giorno - stanchezza

Ma quando arriva l'alba? Questa notte a 30-35 nodi, con mare molto incrociato e groppi continui comincia a durare oltre la mia sopportazione. Randa e Genova ridotti, mal di schiena, umidità dappertutto, mi sembra di rivivere qualche momento della prima tappa, seppur con meno difficoltà: perlomeno stavolta avanzo nella direzione quasi giusta, e non sono di bolina: coraggio arriverà pure l'alba...
Un tentativo di preparazione di mousse al cioccolato liofilizzata con un mare incrociato e cattivo è finito male ieri ser,: cacao in tutta la barca e ore per pulire.
Avrei potuto piangere di rabbia e stanchezza!
Di giorno mi invade una certa indolenza, dovuta forse al caldo, alla stanchezza, o al tedio di giornate sempre uguali: ogni cosa che non riguarda direttamente l'andamento della barca mi infastidisce, leggere e scrivere sms mi è quasi insopportabile: rimando tutto a tarda sera quando fa più fresco, con disappunto di Donatella che dai miei sms trae spunto per i suoi articoli sulla "Squilla", e che deve adattare i suoi orari di lavoro ai miei stati d'animo ed alla differenza di fuso.
Devo anche rispondere a un email, scaricato al momento del tentativo di riconnessione, di un giornalista della rtsi che vuole farmi un'intervista per la televisione.... Perlomeno dovrei avvisarlo della ragione per la quale non gli ho risposto subito. Mi costa moltissimo, ho già procrastinato più volte, ma le regole della buona educazione mi impongono di farlo. Non ho nessuna voglia di subire (perché questo è il sentimento) un'intrusione nel mio mondo, non ho nulla da dire, mi sembra irrilevante dividere con sconosciuti emozioni che non riesco a verbalizzare. L'intervista dovrebbe avvenire in diretta martedì mattina, il giorno che prevedo per l'arrivo, probabilmente il momento meno adatto per me. Per fortuna non se ne farà nulla!
Poi una grande soddisfazione: nelle poche ore in cui navigo sotto spi pesante durante le ore del pomeriggio il GPS, a tratti, quando ho qualche punta di velocità, inizia a segnare un TTG (Time to go). Significa che prevede un arrivo fra meno di 100 ore....

7 febbraio - 14° giorno - giornata magnifica

Alzo lo spi leggero all'alba di un bellissimo giorno soleggiato, in lontananza passa una nave e vedo una barca a vela, qualche miglio davanti a me: "Che traffico questa mattina, è l'ora di punta! Questo lo raggiungo, chissà chi è?"
Non mi sfiora neppure il dubbio non sia un partecipante alla Transquadra. Con facilità estrema lo raggiungo e lo supero, si trascina pesantemente rollando senza spi. Non è della Transquadra - un po' di delusione - e non mi fa neppure un cenno di saluto, che antipatico!
Continuo con una navigazione da favola, veloce, con un mare finalmente regolare, un cielo azzurro cosparso di batuffoli bianchi, nessun groppo e un sole che spacca i sassi.
Nel pomeriggio entro nell'area meteorologica denominata Est Antilles, e al tramonto scendo finalmente al di sotto del 16° parallelo: ci si sta avvicinando! Cambio spi per la notte.

8 febbraio - 15° giorno - pasto autoriscaldante

E' domenica: come all'ospedale non ti viene a trovar nessuno perché tutti sono affaccendati con i propri impegni famigliari, oggi non ricevo alcun sms, le informazioni scarseggiano e RFI non trasmette neppure il bollettino meteo. Forse di domenica cambiano orario? Non trovo quest'informazione su nessun documento ufficiale.
Termino la quinta tanica di metanolo sulle 6 previste, rimando la sostituzione restando al timone a lungo per avere sufficiente metanolo fino all'arrivo: sarebbe stupido dover caricare le batterie col motore proprio al momento dell'arrivo, quando sicuramente avrò molto altro a cui pensare, e non voglio rischiare di intaccare le riserve di metanolo che ho previsto per la traversata di rientro.
In tutta la traversata non ho neppure sfiorato le mie riserve di pasti liofilizzati (verranno buoni per rientro) tranne il tentativo catastrofico della mousse al cioccolato. Cosa racconterò sul mio blog dopo aver dedicato un articolo corposo sui test delle varie marche e dei diversi pasti? Mi sforzo di fare almeno un tentativo con un pasto autoriscaldante Vitcho, per poterlo raccontare....
- Schiacciare l'involucro nel punto indicato sull'imballaggio - posare la scatola su una superfie piana e resistente al calore - aspettare 10 minuti, aprire e degustare-
Non dovrebbe essere troppo complicato....
Preparo il mio tagliere-piano di lavoro dal lato "cibo", premo laddove è previsto, appoggio la scatola... L'involucro sprigiona violentemente vapore fischiando e gonfiandosi. Un po' sorpresa conto i minuti necessari alla cottura, poi con i guanti apro la vaschetta che contiene il pasto. Sono delusa dalla piccolezza del contenitore del cibo rispetto all'insieme: meno della metà. Ma sono anche piacevolemente meravigliata dall'ottimo sapore del "curry de volaille", e tutto sommato la quantità è sufficiente, soprattutto se integrata con un dessert: secondo tentativo di mousse al cioccolato (ottima) terminato bene questa volta!
Comincio la preparazione dell'atterraggio: organizzo le carte del mar dei Carabi e della Martinica, e riordino quelle dell'arcipelago di Madeira restate nel tavolo da carteggio dal giorno della partenza. Suppongo di non averne più bisogno per un po'..... Leggo e rileggo il portolano per impararlo a memoria: l'arrivo di notte non sembra facilissimo. Non so evidentemente quando arriverò, ma tutto mi lascia supporre che sarà dopodomani sera, col buio.
Verso sera ricevo qualche sparuto sms, chi mi annuncia piatta, chi garantisce la costanza del vento, chi prevede rinforzi... Laurent tenta di mandarmi i grib per l'arrivo via sms, un po' difficili da decifrare, devo trascriverli e ne deduco che è previsto vento sui 15 nodi da NE.
Ottimo: la squadra è tornata a casa dalla gita domenicale! Però sono tutti molto poco loquaci.

9 febbraio - 16° giorno - Jean Marc

Notte con lo spi leggero, il vento è ballerino e in calo. Al mattino incrocio una barca sulle altre mura con armo aurico. Non è sicuramente qualcuno della regata! Chissà dove sono finiti tutti, dovremmo cominicare ad avere rotte convergenti sull'arrivo, ma non vedo proprio nessuno.
La Fuel cell fa le bizze: troppo caldo, si rifiuta di produrre energia. Non mi fido ad aprire l'oblò della cala vele, viste le esperienze precedenti: sotto ci sono il quadro elettrico e le scatole di connessione del pilota. Prendo il timone qualche ora, per ridurre la produzione di calore del motore del pilota, situato vicino alla Fuel cell.
Fa molto caldo, come sempre negli ultimi giorni, il sole picchia, e rimpiango il cielo coperto dei primi giorni, mentre cerco di portarmi sotto le rare nuvole cercando un aumento temporaneo del vento e un po' d'ombra.

Mentre sto preparando la pasta per la cena arriva un nuovo sms. E' Davide che non sento da parecchio (suppongo abbia prolungato il week-end).
La lettura mi raggela: "ancora nessuna notizia di Jean Marc". Che Jean-Marc, cos'è successo? Aspettavo notizie di Zinzolin, per sapere se il suo armo di fortuna fosse efficace, perché mi parla di Jean Marc? Spero fin all'ultimo si sia sbagliato, volesse scrivere Bertrand e che semplicemente non si avevano novità sul suo procedere.
Silenzio...
Dopo un momento che mi sembra interminabile arriva un nuovo messaggio, drammatico: Jean Marc, solitario su Xenon, è disperso da un paio di giorni. Il Comitato di regata vedendo che seguiva una rotta strana a velocità ridotta, e non ricevendo alcuna risposta alle chiamate, ha dirottato Avel per vedere cosa fosse successo. Avel non ha trovato nessuno a bordo....

Mi siedo in quadrato, stordita, cerco di immaginare cosa sia potuto succedere (lo saprò solo all'arrivo), la mia allegria e spensieratezza della giornata lasciano spazio ad una grande tristezza: che importanza può avere ora la regata? Vedo solo la futilità dei miei piccoli problemi di gestione della barca, l'assurdità dell'impegno per rosicchiare 5 miglia agli avversari... Mi figuro anche lo stato d'animo di François e Partick (Avel) quando hanno cambiato rotta per avvicinarsi a Xenon, lo hanno visto in avaria, l'hanno accostato, forse sperando ancora, e sono saliti a bordo trovando solo il vuoto.
Penso alla mestizia che accompagna da allora la loro traversata intrapresa con tanto entusiasmo, la disperazione che la famiglia di Jean Marc vive in questo momento.
Non conoscevo Jean Marc se non per averlo incrociato di sfuggita sui pontili, ma non importa: faceva parte di questo gruppo, di quest'avventura, aveva gli stessi sogni nostri, la medesima passione, aveva investito pari energia, vissuto fatiche e disappunti, sofferto nei momenti duri e gioito negli indimenticabili momenti di pura bellezza che il mare sa offrire, proprio come tutti noi: la tristezza per la sua scomparsa è quella che proverei per un amico di lunga data.
Questi pensieri attraversano la mia mente, mentre la cena raffredda: non riuscirò a mangiarla.

10 febbraio - 17° giorno - Ultimo giorno

La giornata si annuncia simile a quella di ieri, vento 25 nodi da NE, più di quanto comunicato dai vari sms di ieri, con aumento previsto dal bollettino RFI fino a forza 7 dopo mezzanotte. Vorrei arrivare prima dei rinforzi, la risalita di bolina del canale di entrata a Le Marin, orlato di teste di corallo, potrebbe essere ardua con troppo vento (la linea di arrivo è a metà del canale). Sono convinta che stasera dovrò affrontare il momento più difficile di tutta la navigazione.
Per radio mi chiama una barca che sto sorpassando: è senza timone, arriva dal Senegal ed è diretta a Le Marin. Mi chiede le previsioni meteo, che ho appena trascritto sul libro di bordo. Yves, il comandante, mi dice di essere in solitario, ed è molto stupito quando gli rispondo che lo sono anch'io. Vuole sincerarsi che lo abbia visto poiché non può governare bene con il suo timone di fortuna costituito da due remi. Ma non accetta la mia proposta di assistenza: ci vediamo domani in porto.
Un gruppo di delfini illumina quest'ultima giornata di navigazione, non ne ho visti tanti dalla partenza.
Preparo l'atterraggio: calcolo di marea, carta di dettaglio, portolano, ordine e pulizia della barca e della mia persona. Stasera attendo ospiti!

Mi sforzo di dormire secondo i ritmi abituali durante il giorno, è importante arrivare freschi, non certo per i fotografi, ma per effettuare un buon avvicinamento, in sicurezza. Tuttavia ho difficoltà a trovare il sonno anche negli orari a me più idonei, mi riposo stesa in quadrato, è quanto di meglio riesco a fare.

I sentimenti che vivo sono molto contrastanti: una certa malinconia, per quello che ho appreso ieri di Jean Marc e perché questa traversata volge al termine, l'apprensione del ritorno a terra fra la gente e i rumori, ma anche l'eccitazione dell'arrivo, la gioia di ritrovare gli amici arrivati prima di me, il desiderio di mangiare una bella bistecca e fare una doccia seria, la curiosità di vivere questo arrivo, molto diverso da quello a Madeira, che era una prima.
Mi concentro sull'avanzamento della barca cercando di non pensare troppo, per arrivare prima del vento forte.

21.22 UTC : Terra! Avvisto l'isola della Martinica nella semioscurità del tardo tramonto . Le istruzioni di regata prevedono che giunti a sud dell'isolotto Cabrit, a 4 miglia dall'entrata nel canale, si avvisi il comitato dell'imminente arrivo. Sento Holen Studio annunciarsi poche decine di minuti prima di me. Poi tocca a ZenZero....

Arrivo!

È mezzanotte UTC, le 7 di sera locali, ora prevista per i rinforzi di vento che non mancano all'appuntamento! Due mani di terzaroli per risalire fra le raffiche fino alla prima boa del canale, poi bordi nel canale stesso. Il mio GPS portatile su cui avevo segnato la rotta di avvicinamento sceglie proprio questo momento per spegnersi, non vedo nulla, abbagliata dalle luci della terra, l'ecoscandaglio non serve a molto, il fondale ai bordi del canale risale bruscamente da 20 a 1 metro verticalmente, col rischio di andar per coralli.
Ma dove sarà la boa, la linea di arrivo, impreco, ma che posto hanno scelto come linea d'arrivo? Sono degli incoscienti! Il gommone dell'organizzazione si avvicina e a parole urlate e gesti invisibili nella notte mi indica la strada.
Vedo la boa all'ultimo momento, viro, riviro, sento per radio che ho passato la linea, non me ne sono neppure accorta, non avendo mai visto il catamarano che segna l'estremità del traguardo.

Salta a bordo un membro dell'organizzazione, per spiombare il motore, poi mi indica di seguire un gommone fino al mio posto in banchina.
L'arrivo è emozionante, come quello della prima tappa. Sono stordita dalle accalmazioni, dalla doccia di Champagne dagli abbracci, dagli applausi. Neppure scesa a terra mi porgono un bicchiere di "Planteur" ... dimenticavo: siamo in Martinica la patria del Rum.
Scendo sul pontile, qualche tentennamento, faccio fatica a restare in piedi... ma inizia la festa. Passeremo gran parte della notte a chiacchierare, raccontarci le nostre esperienze, scambiarci impressioni, mangiare l'enorme bistecca che Dario è riuscito a procurarsi malgrado lo sciopero generale, vivere momenti di intesa amicizia, di pura felicità.

 





3'158 miglia effettive in 17 giorni 10 he 38 min. - 9a in classifica tempo compensato


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