7 maggio 2008

To do list(s)

Adoro compilare liste di cose da fare (To do lists...) soprattutto è molto soddisfacente cancellare a mano a mano i punti eseguiti.
Dà un senso di controllo sulle cose, l'impressione di procedere, quando poi una lista viene evasa sembra di arrivare in fondo...

Già: ma la realtà è ben diversa: le liste si accumulano, su pezzetti di carta trovati al momento dell'ispirazione, sull'agenda, sui più disparati blocnotes, a matita, a penna, col pennarello sottomano in quel momento, a volta sul telefonino, su file sparsi sul computer, liste che si perdono e si ritrovano quando sono superate, liste iniziate in un momento di ispirazione e non terminate per un improvviso imprevisto, liste che si accavallano, si ripetono, si eludono, ..... mi sommergono.....

 

Invece della sensazione di controllo mi assale un sentimento di panico: più cancello posizioni più me ne vengono in mente di nuove, verifico: ho dimenticato qualcosa, mi assale il dubbio, ricontrollo le prescrizioni: manca un documento, controllo la lista data al cantiere, documenti già messi da parte, non c'è la patente...ah si e' in barca, devo ricordarmi di fotocopiare tutto, dovessi perdere il fascicolo per strada, il biglietto aereo elettronico dove sarà finito? Avrò avvisato il velaio che vado a ritirare le vele, ma saranno pronte? Devo ancora scrivere qull'email, dove diavolo ho messo quel ritaglio di giornale dove parlavo di un certo argomento che vorrei approfondire.....

Fogli sparsi ovunque, segni tangibili di una storia che procede, versi di poesie non in rima, ricordi, sorrisi, ... e stress, molto stress....

Le giornate si fanno convulse: per riprendere il filo devo assolutamente fare una lista per avere la supervisione di tutto! Questa volta è quella definitiva: garantito ;-)

27 maggio 2008

Voiles & Voiliers

Oggi parlano di noi su Voiles et Voilier (rivista che ha una certa importanza in questo progetto per avene dato l'avvio).
Adesso so finalmente quanti iscritti siamo, 108 barche di cui 26 solitari: 25 compagni di avventura, avversari sì, in un certo senso, ma soprattutto persone da scoprire, conoscere, persone che hanno ognuna una propria motivazione per farlo, un sogno da realizzare. Persone, a quanto mi dicono i veterani, ricchi di solidarietà per gli altri "solos", pronti a dare una mano, un consiglio, un aiuto.
Sono impaziente di essere a St Nazaire per incontrarli, e per avere dietro di me quest'angoscioso ricordo delle "To do lists".....

3 giugno 2008

Sicurezza

Giornata dedicata alla sicurezza (una delle numerose giornate dedicate a questo tema..).
Oltre al corso ISAF sulla sicurezza e sopravvivenza in mare (obbligatorio e frequentato in gennaio 2007), vi sono tanti aspetti dettati dalle ISAF Special Offshore Regulations che devono essere messi a punto riguardanti la barca stessa e le sue dotazioni.

Approfondimenti alla pagina "Sicurezza"

La lista delle "cose ancora da fare" si è un po' accorciata oggi....

Prossimo passo: viaggio in Bretagna la settimana prossima per vedere l'avanzamento dei lavori...

9 giugno 2008

Avere a bordo il necessario per ogni evenienza vs. alleggerire la barca

Sto partendo per la Bretagna: una lunga lista di incombenze occuperà i miei prossimi giorni. Dai controlli dei lavori fatti dal cantiere, al ritiro delle vele di cattivo tempo a Benodet, ad un corso accelerato sul pilota NKE, all'organizzazione del materiale da inviare col container messo a disposizione dall'organizzazione a Madera e alla Martinica, alla selezione del materiale da sbarcare per risparmiare sul peso.

Quest'ultimo sarà il lavoro più difficile: trovare il giusto compresso fra "avere a bordo il necessario per ogni evenienza", e "alleggerire la barca al massimo possibile". Partendo dal principio che "a bordo l'unica cosa che non si rompe è quella lasciata a casa", dovrò portarmi i pezzi di ricambio per tutto, e un mezzo sostitutivo manuale per ogni apparecchiatura, cum grano salis.

Nei giorni scorsi, a questo proposito, mi ha fatto riflettere il fatto che per una rottura di un WC sulla Discovery si sia dovuta mandare nello spazio una navetta per portare un pezzo di ricambio...come d'altronde ho visto una similitudine fra l'esperienza del navigare con le missioni spaziali anche guardando un vecchio film "Apollo 13" dove l'adattamento di un filtro per l'aria è stato fatto con qualche metro di GreyTape ed un calzino....

 

Autonomia è il principio su cui basare la preparazione di una navigazione d'altura, come per una missione spaziale.

Dovrò anche completare il set di carte, più precisamente le carte elettroniche che ancora non ho. A La Trinité mi aspettano due cartucce C-Map con decine di carte di ogni scala dalla Bretagna alla Martinica.
Queste schede di pochi cm di superficie e pochi grammi di peso mi stupiscono ancora: per l'immensità di informazioni che contengono in così poco spazio, rispetto ai rotoli ingombranti e pesanti di carte di carta, per l'apparente semplicità che un plotter cartografico offre rispetto alle tradizionali squadrette e alla navigazione stimata, ma anche per l'enorme rischio intrinseco dei sistemi elettronici....

Un po' di umidità, un problema elettrico, un corto circuito, un colpo sull'apparecchio, e sei nei pasticci! Non parliamo neppure della dipendenza dal sistema satellitare: motivi politici per lo spegnimento del sistema (spauracchio degli anni '90) potrebbero essere ormai inesistenti, considerata la diffusione planetaria del sistema GPS utilizzato ampiamente anche per la sicurezza, meno remoti sono forse i danni ai satelliti causati da scontri con gli innumerevoli rifiuti che circolano nello spazio o le pur sempre presenti meteoriti, ma tutto sommato il rischio è minimo, dato l'alto numero di satelliti GPS in orbita.

Ma sono sempre stata prudente rispetto all'elettronica in barca, i rotoli di carte, seppur pesanti e ingombranti, saranno presenti su ZenZero, il principio dell'autonomia vale sempre....

Ho già accennato alla grande solidarietà che esiste fra i Poghisti (proprietari di Pogo), aspetto molto significativo di un gruppo di persone che ha la stessa filosofia dell'andar per mare: scelta di una barca molto marina, molto sicura, ma anche parecchio spartana, navigazioni d'altura, spesso in equipaggio ridotto o in solitario, numerose traversate atlantiche.

Vorrei qui accennare a due episodi significativi (fra i molti altri) e ringraziare Philippe, incontrato alla GascoPogo, che mi ha prestato il suo invaso a La Trinité per i due mesi in cui ZenZero è in cantiere, mentre lui naviga con il suo Pogo 8.50 Esperanza verso Madera-CapoVerde-La Martinica e rientro dalle Azzorre, e Bertrand, partecipante alla Transquadra sul suo Pogo 8.50 Zinzolin in solitario, che sinora ho incontrato solo virtualmente perché abita NewYork, che mi mette a disposizione un locale della sua casa a Tréboul, per depositare il materiale che sbarcherò in questi giorni, fino al mio ritorno in Bretagna, fra oltre un anno.
Queste sono solo due delle molteplici manifestazioni di solidarietà e amicizia che mi hanno dimostrato gli appartenenti all'Asso-Pogo.

 

Non chiedetemi più perché mi allontano dalle più nostrane e vicine navigazioni mediterranee, specie in regata....

17 giugno 2008

Eric et Bernard

La trasferta in Bretagna è stata proficua malgrado qualche imprevisto e la cronica mancanza di tempo per portare a termine quanto programmato. I lavori procedono bene e sono quasi terminati.
La barca è stata svuotata e un po' allegerita e qualche decina di kg di materiale vario è in viaggio per l'Italia... infatti non è stato possibile organizzare né il materiale da inviare a Madera/Martinica con il container della Transquadra (il responsabile che si era offerto di risolvere questo problema ha cambiato idea...) né il deposito in Bretagna di quanto avevo deciso di lasciare qui fino al rientro fra un anno (la persona che ha le chiavi della casa era in vacanza).
Così in fretta e furia, all'ultimo momento ho trovato un trasportatore e Umberto, ancora una volta, ha salvato la situazione permettendomi il deposito temporaneo presso la sua Ditta vicino a Como.
Anche il recupero delle vele nuove da cattivo tempo, a Benodet, non è stato esente da imprevisti, fiocco e tormentina non avevano i numeri velici.
Pernottamento obbligato a Benodet in attesa dei numeri e naturalmente visita al porto dove c'è Virgile (il nuovissimo Pogo 10.50 di Gilles, che ci aveva fatto provare il suo Pogo 8.50 ormai 3 anni fa), Tor Penn-Matmut, il Pogo 8.50 di Philippe, veterano della Transquadra in solitario, conosciuto alla GascoPogo, e Nitroglicerina, la "gemella" di ZenZero, giunta da Varazze da poco.

Tempo di riflessione, in questa sera del 12 giugno sull'estuario del fiume Odet, il mio primo fiume risalito a vela, 27 anni fa (...su un Mousquetaire), dove ho pure visto il mio primo Pogo 8.50 (5 anni fa), e ho navigato per la prima volta su un Pogo 8.50- quello di Gilles-, nonché preso in consegna Zenzero l'anno scorso, ...quante prime!

Camera con vista sul porto: alle 7 del mattino le attività cominciano a fervere, con i rari pescatori dai gesti lenti e sicuri, qualche velista diretto alla "godille" verso la propria boa, e barche in partenza approfittando della marea che scende e della magnifica giornata di sole che si preannuncia.

Sainte Marine - Benodet: tranquillo porto, dove 10 anni fa, giorno per giorno, il 13 giugno 1998, la voce corse fra gli increduli frequentatori del porto e gli abitanti: "Eric (Tabarly) è scomparso in mare questa notte, al largo del Galles, prendendo una mano di terzaroli sul Pen Duick." Non era legato: non si legava mai...

Tempo di riflessione anche il giorno successivo, con la visita alla sepoltura di Moitessier a Le Bono, a pochi chilometri da La Trinité. "Salut et fraternité" è scritto su una pietra, immersa in un boschetto di fiori, cespugli, e sotto una palma (!), adornata di mille ricordi che le persone che lo hanno amato hanno lasciato al loro passaggio. Collane, conchiglie, cimette, grilli, bottiglie con messaggi: ognuno lascia un pezzetto del proprio viaggio o della propria barca. Anche noi lasciamo un ricordo del Blitz che casualmente avevamo in auto.

Due navigatori molto diversi, Eric Tabarly e Bernard Moitessier: lontani come esperienza di vita, carattere e approccio al mare: Eric amava le barche: tutte e nessuna in particolare, Bernard amava il mare, ambedue sono stati dei "Grandi"

Due navigatori che hanno formato una generazione di navigatori, che ci hanno fatto sognare, che sicuramente hanno avuto un ruolo importante nel mio essere qui, adesso, e il 27 luglio a St Nazaire ...


Una visita molto simbolica e importante, anche se avvenuta un po' per caso: gli imprevisti non vengono sempre per nuocere, ed è valsa la pena dedicare qualche momento al ricordo!

Poi, è ripresa la frenesia del lavoro in barca, ho preso un'altra decisione, pendente da quando ho iniziato a pensare alla strumentazione. Decisione presa, poi accantonata, recuperata poi rinviata, e pensavo ormai dimenticta per sempre. Invece una lunga chiaccherata con Sebastien, impiegato del locale shipchandler, che si è dedicato a installare le carte C-Map sul mio GPS mi ha convinta, in zona "Cesarini" all'acquisto di un ricevitore AIS interfacciato col GPS cartografico. Certo ora parto con una sovrabbondanza di apparecchiature volte all'evitare collisioni: Radar, riflettore radar attivo, e AIS.....tutte con relativo allarme acustico.

Potrò dormire sonni tranquilli! (...) sempre che tutti questi allarmi me lo concedano!

21 giugno 2008

120 dB o il problema della gestione del sonno

Dormire è una delle mie attività preferite (dopo la navigazione a vela e alcune altre...). Paradossalmente è un'attività che pratico, a terra, in modo disordinato, irregolare e insufficiente, con grandi recuperi saltuari che mi rammentano gli anni adolescenziali, recuperi che spesso approfitto di fare in barca, quando sono in equipaggio ....

In solitario la corretta gestione del sonno è fondamentale, per avere la lucidità e l'energia necessaria al momento opportuno. Peraltro non è pensabile dormire per alcune ore filate, mentre la barca avanza senza vigilanza. Se i cambiamenti di comportamento della barca (variazioni delle condizioni di mare e vento) vengono avvertite facilmente provocando il risveglio di chi dorme con un occhio ed un orecchio solo, il controllo visivo dell'orizzonte è affidato a strumenti sul cui funzionamento è sempre meglio non confidare ciecamente.

Uno dei maggiori pericoli della navigazione in solitario è la collisione con altre unità, e l'unico modo certo per evitarla è il controllo visivo dell'orizzonte.
Da una barca come il Pogo (altezza dell'occhio sul mare pari a 2 m) l'orizzonte visibile è di 3 miglia; il radar (posizionato a circa 4 m d'altezza) "vede" l'orizzonte a 5 miglia e una nave di 20 m d'altezza a 13 miglia; l'AIS che riceve segnali da un'altezza di 12m (antenna VHF in testa d'albero) ha un orizzonte di 7 miglia, e segnala una nave a circa 16 miglia.

Una nave che avanza a 20 nodi percorre 1 miglio in 3 minuti....
La formula semplificata per calcolare la distanza di avvistamento è:
D = 2.04 x (√h1 + √h2)
dove D è la distanza delle due unità in miglia, h1 l'altezza in metri della fonte del segnale emesso, e h2 l'altezza di captazione del segnale, sempre in metri

Controllando l'orizzonte con gli strumenti si può quindi ragionevolmente dormire 30 minuti in tutta tranquillità.... se si ha la certezza di risvegliarsi dopo la mezz'ora concessa....
Non ho seguito corsi di gestione del sonno (ne esistono, proprio per i navigatori solitari), né eseguito esami sui miei bio-ritmi, fasi alfa-beta o quant'altro. Ho solo fatto qualche prova, a terra, della classica "pennichella" per trovare la durata ideale per non risvegliarmi intontita, e in barca per distribuire in modo regolare i periodi di riposo.
Mezz'ora ogni 2 ore sembra un ritmo sostenibile, approfittando di momenti tranquilli per aumentare il ritmo (del sonno). In realtà la distribuzione dei periodi di riposo non può essere sempre regolare: se il momento scelto per dormire corrisponde all'avvistamento di una nave si deve rimandare, vicino alle coste vi è più traffico e di norma è consigliabile vigilare di notte quando gli altri hanno più probabilità di dormire o di non essere lucidi, infine la necessità di una manovra può rimandare l'agognata siesta a molto più tardi.
E' opportuno quindi giocare d'anticipo e fare riserve di sonno in ogni momento utile, e, condizioni permettendo, dormire non appena si ha sonno, (guadagnando preziosi minuti nella fase di addormentamento).

Le prove "dal vivo" fatte durante la GascoPogo hanno confermato la validità del ritmo: mezz'ora ogni 2 ore. Tuttavia non mi sono sempre svegliata, malgrado la sveglia, dopo i canonici 30 minuti.
Ho provveduto quindi a munirmi di uno strumento superpotente, una sveglia-timer Screaming Meanie, scovata negli USA, con suoneria a 120 dB (corrispondente ad una sirena di allarme scasso o incendio). Il vantaggio del timer è quello di evitare errori nel puntare la suoneria ad una certa ora, semplicemente impostando il timer un certo numero di minuti dopo l'avvio senza dover riflettere sull'ora locale, UTC o altra ora impostata in barca. Inoltre lo spegnimento della suoneria è volutamente complicato (3 pulsanti da premere contemporaneamente, su 2 lati diversi dell'apparecchio) per garantire un effettivo risveglio.

Un accorgimento per avere un miglior controllo del proprio ritmo di sonno, è quello di rinunciare a quanto lo disturba, notoriamente il caffè (da 6 settimane prima della partenza per una buona disintossicazione), bevande con caffeina o eccitanti vari e alcol.

Resta ancora l'adrenalina "propria", che rischia di non permettere di addormentarsi a comando, ma, garantiscono gli esperti, giunti ad un certo livello di stanchezza, neppure quella fa più effetto.....

22 giugno 2008

Contatti con ZenZero in navigazione

E' stata inserita nel sito principale di ZenZero, una pagina di "Contatti" per permettere ai Fans di comunicare con la barca in navigazione.
Non è indicato l'indirizzo email di bordo, troppo confidenziale per darlo in pasto agli spammers, sempre sul piede di guerra, ma è possibile inviare messaggi via web, che saranno ricevuti dal telefono Iridium come SMS, e a cui potrò rispondere se indicate il vostro indirizzo di posta elettronica nell'apposito campo.
Mi scuso già sin d'ora se non risponderò personalmente a tutti i messaggi, non è sempre possibile o agevole farlo, ma vi assicuro che ogni messaggio ricevuto è sempre molto gradito quando si naviga in solitario!
Aggiornamenti sulla posizione di ZenZero, con un breve commento, saranno inviati quotidianamente da bordo e visibili sulla cartina delle posizioni, mentre l'andamento della regata, con la posizione di tutte le barche, potrà essere seguito dal sito ufficiale della Transquadra alla pagina "Positions" (ancora inattiva).

Cercasi volontario per aggiornarmi quotidianamente sull'andamento della regata (la pagina web delle posizioni è troppo pesante per scaricarla sul PC di bordo via Iridium), fra il 27 luglio e il 6 agosto prossimo!

Nel numero di luglio della rivista Voiles et Voiliers, uscito ieri, vi è un inserto di ben 32 pagine dedicato alla Transquadra! Correte in edicola!

24 giugno 2008

Farmacia e auto-pronto soccorso

Un altro aspetto che desta qualche preoccupazione è la gestione della salute e di eventuali incidenti durante le traversate in solitario.

Ho quindi sfruttato l'amico Beppe (medico traumatologo e amico di navigazioni varie) per farmi fare un "corso" ad hoc su questo argomento

Dettagli alla pagina Corsi e Formazione

27 giugno 2008

Incontro con Matteo Miceli

Ho incontrato Matteo la prima volta l'anno scorso, ... a distanza! Lui su un gommone, attorniato da belle ragazze (tutte brave veliste, mi assicura...), si è avvicinato a ZenZero per vedere la barca e complimentarsi, quando, assoluti novizi del Pogo, stavamo uscendo con Dario da Fiumara lo scorso luglio.
Matteo, era reduce dal suo record di traversata atlantica in solitario su un catamarano di 6 metri, Biondina Nera (record abattuto di ben 10 giorni rispetto al precedente!), impresa che gli ha valso di essere nominato velista dell'anno 2007 dalla FIV.

L'incontro, puramente casuale, mi ha spronato a vincere la mia naturale timidezza a contattare persone che non conosco personalmente, e la mia ritrosia a chiedere aiuti e consigli a personaggi famosi, che, immagino, hanno ben altro da fare che chinarsi sulle piccole ansie di una "svizzerotta" che ha deciso di imbarcarsi in un'avventura fuori dalla sua portata.
Prendendo il mio coraggio a due mani ho scritto a Matteo, semplicemente per dargli due indicazioni su cosa stavo facendo con quella barca a Fiumara a fine luglio.
Mi ha gentilmente risposto e siamo rimasti in contatto "elettronico" fino all'uscita del suo libro, che consiglio a tutti: Oceano a mani nude.

Ho ordinato il libro il giorno stesso della ricezione dell'email di promozione del libro, e l'ho letto d'un fiato. Dalla coinvolgente lettura è emerso un personaggio notevole, schivo, interessante, lavoratore, impegnato, di grande spessore umano, oltre che un navigatore eccezionale, ed al suo invito a "fare due chiacchiere" ho risposto immediatamente : presente!

Ieri dunque mi sono imbarcata (sull'aereo) per una breve trasferta a Fiumicino, e le poche ore passate con Matteo sono state un compendio di simpatia, grande disponibilità, e molti ma molti consigli validissimi.
Ovviamente la sua impresa è ben lontana dal mio piccolo tentativo di fare qualche miglio in solitario lungo "l'autostrada degli alisei" su un monoscafo di serie dotato di (quasi) tutte le comodità. Le condizioni che affronterò saranno una passeggiata rispetto alla sua traversata....
Matteo, che è anche co-titolare dei Cantieri Navali d'Este (tra gli altri progetti anche il primo classe 40 italiano!) e non esita a mettere mano personalmente alla costruzione delle barche, oltre a consigli dettati dalla sua esperienza di navigazione sulla cambusa, la farmacia, l'abbigliamento, mi ha dato anche qualche dritta sulla "cassetta degli attrezzi", su soluzioni di emergenza per esempio in caso di falla, sull'uso (o non uso) dello strallo volante che ho fatto montare su ZenZero - sconsigliandone l'uso per armare tormentina e fiocco di cattivo tempo (scelta che avevo fatto per evitare la scomodità delle volanti, montate anche quelle di mia iniziativa per contrastare le forze applicate sull'albero all'attacco dello stralletto). Ritorno quindi convinta all'uso delle volanti, ben felice comunque di aver montato lo strallo volante in Kevlar di rispetto.

Lunga chiacchierata anche sulla gestione del sonno, aspetto che dovrò senz'altro curare di più per la seconda tappa, forse appoggiandomi proprio a chi ha seguito Matteo, il Dottor Claudio Stampi, uno tra i maggiori specialisti mondiali in questo settore.

L'incontro con Matteo, oltre ad essere stato molto piacevole, è stato parecchio istruttivo e mi ha dato l'opportunità di conoscere un altro navigatore, di quelli che amo definire "veri", non per il numero di miglia percorse, non per la loro notorietà o per i loro record, ma per la passione che li anima, per la loro umiltà di fronte al mare, la loro sincerità, disponibilità e solidarietà.
Grazie Matteo: buon vento a te, ad maiora!

30 giugno 2008

Maggiori dettagli

Mi è stato fatto un appunto su questo mio blog: sarei troppo reticente a "svelare" i dettagli ;-)
Se l'impressione generata è quella di una ritrosia dettata dall'occultamento dei mei segreti agli avversari, è completamente errata. I miei silenzi su alcuni particolari "tecnici" sono imposti più dal timore di annoiare i miei tre lettori, dall'impressione di essere già molto prolissa in quanto racconto, e non da ultimo dal poco tempo che ho a disposizione per aggiornare queste pagine.
L'appunto di cui sopra si riferiva in particolar modo al mio ultimo intervento: l'incontro con Matteo Miceli dev'essere stato ricco di informazioni utili, di cui avrei solo accennato per il disappunto di chi è interessato all'avanzamento della mia preparazione.
Tenterò quindi di riassumere in pochi punti quanto mi ha insegnato questa breve visita, senza dimenticare che la mia traversata si svolgerà in condizioni ben diverse da quelle sperimentate da Matteo, come già accennato.

dettagli dell'incontro alla pagina Corsi e Formazione

3 luglio 2008

Maman les p'tits bateaux

Qualche decennio fa una vecchia e conosciutissima canzoncina francese per bambini mi faceva sognare per ore, mentre guardavo ipnotizzata un girotondo di barchette a vela riflesse da una specie di giostra di specchi posta al centro del 45 giri e che con esso girava, nel vecchio "mobile della radio a valvole", centro vitale della "sala buona": I ricordi dell'infanzia hanno sempre un sapore speciale e rassicurante....

"Maman, les p'tits bateaux
Qui vont sur l'eau ont-ils des jambes ?
Mais oui, mon gros bêta,
S'ils n'en avaient pas, ils n'avanceraient pas.

Va, quand tu seras grand, tu sauras comment faire
Pour lutter vaillamment contre la mer et l' vent !

Maman les p'tits bateaux
Qui vont sur l'eau
Ont-ils une âme ?
Mais oui, mon gros bêta
S'ils n'en n'avaient pas, ils n'avanceraient pas ! "

No, le barche non hanno le gambe, benché la filastrocca assicuri il contrario, ma decisamente hanno un'anima e devono avere gli occhi - specchio di quest'ultima.

Diffusa soprattutto in Mediteraneo e nei paesi asiatici, la tradizione di porre degli occhi (ofthalmoi) sulla prua delle barche risale agli antichi Greci, quale antidoto contro la paura e le incertezze della navigazione, ausilio per trovare la rotta ed evitare i pericoli, e come porta-fortuna e protezione.

Mi piacciono le tradizioni marinare, non disdegno rispettarle e mi curo di perpetuarle: non sono superstiziosa... ma....non si sa mai.... ;-)

ZenZero avrà gli occhi, come tradizione vuole!

Quelli scelti da porre sulla prua, -ove altri danno spazio a sponsor e altre manifestazioni della nostra (non) cultura, poco attenta alle tradizioni, al magico o al fantastico, restia all'esternazione di emozioni e ricordi- hanno per me un significato particolare, oltre alla loro naturale funzione.
Sono la riproduzione stilizzata di un ornamento circolare, a mò di scudo, dipinto sul petto di statuette lignee usate nelle cerimonie rituali della tradizione della Nuova Irlanda (Papuasia), presumibilmente ispirata ad un medaglione chiamato Kap Kap, (in francese cap significa rotta, e, benché nell'idioma Tok Pisin il senso non sia probabilmente riconducibile a nulla di marino, l'identica fonetica è di buon auspicio).
Nell' "Occhio di fuoco" originale il cerchio esterno ed il "sole" interno sono di colore blu/nero a significare la stabilità delle cose (espressi come pace e pioggia, nella cultura locale), mentre il cerchio intermedio è rosso e rappresenta il dinamismo (espresso come vento e pericolo).
Ho adattato i colori (sole rosso all'interno poi gialli a schiarire) rendendo il disegno più vicino all'immagine di un sole che tramonta (la rotta di Zenzero punta a Ovest), nella nostra cultura infatti la pioggia non è certamente sinonimo di stabilità...
Un Kap Kap, anzi quattro, su altrettante figure di uomini mascherati scolpite in successione su una tavola di legno, dipinti con un pennellino ricavato da una foglia di zenzero (se questo non è un segno del destino...) si trova presso il Museo etnografico di Villa Helenum, situato a due passi da casa mia a Lugano. Museo che amo molto, e che ha adottato proprio questo medaglione come logo.

Mi è piaciuto il dualismo simboleggiato dal Kap Kap, adattato alla mia realtà e a quella della mia barca, fra stabilità (terra ferma, casa, ricordi d'infanzia) e instabilità (barca, vento e mare, incognite della navigazione) e l'ho trovato molto pertinente per dotare ZenZero della vista, strumento di navigazione di cui ancora era privo, affinché possa seguire una rotta sicura: non molto tecnologico, non molto affidabile, non molto attuale, ma tanto simpatico!





Sarà che mancano solo 23 giorni alla partenza, dopo la lunga e a volte frenetica preparazione, giunta ormai quasi a termine, si comincia a concedersi divagazioni che vanno oltre il tecnicismo a volte esasperato, e ad affidarsi alla buona sorte...

Sulle magliette previste per il mio fan club (e che finalmente dopo lunga e travagliata gestazione sono arrivate la settimana scorsa), è stampato l'Occhio

6 luglio 2008

De Vacuo, ovvero: la lotta contro la natura

Aristole asseriva che il vuoto non esiste (Natura abhorret a vacuo), e Cartesio nei suoi Principia Philosophiae lo riteneva impossibile
Concetto, quello dell'horror vacui, che ha condizionato la nostra cultura occidentale per molti secoli, paralizzando tra l'altro l'evoluzione dei numeri e della matematica nel negare l'esistenza del numero zero (zero= vuoto quindi inesistente) avvenuta solo dopo vere e prorpie lotte ideologiche.
A prima vista è difficile cogliere la pertinenza del tema con il soggetto di queste note, destinate alla descrizione della preparazione di ZenZero per la Transquadra, ancorché, forse non a caso, nel nome della barca ritroviamo lo Zero.

Sulle ragioni del nome della barca abbiamo già scritto, ma, per quanto riguarda il "Vacuum" è doveroso precisare che in questo ultimo fine-settimana di preparativi passato a casa prima della partenza, ho avuto ampiamente il modo di verificare che ambedue i filosofi avevano torto, pur se non completamente.
Anziché dedicare le ultime ore di tranquillità (solo) a festeggiamenti, folleggiamenti, e altri incontri di "arrivederci a dopo le vacanze", ho trascorso molte ore in una vera e propria lotta contro la natura, nel tentativo di mettere sottovuoto il contenuto della mia farmacia, secondo i consigli ricevuti.
L'esperienza ha fatto vacillare le mie profonde convinzioni fisico-filosofiche, insinuando il dubbio che forse Aristotele non avesse tutti i torti.

L'origine di tutti i mali è stata la mia intenzione di autonomia: benché avessi a disposizione l'apparecchio professionale prestatomi da Ferdinando, ho preferito acquistare una macchinetta da pochi soldi per la messa sotto-vuoto degli alimenti, affinché la potessi portare in barca per l'imballaggio del cibo da fare all'ultimo momento, e abbandonare a terra prima della partenza (per risparmiare sul peso...).
Grosso errore: il vecchio proverbio "chi più spende meno spende" si è rivelato ancora una volta azzeccato: l'apparecchio da pochi soldi ha riservato brutte sorprese, e dopo ore passate a litigare con fogli di PE da tagliare a misura, saldare su tre lati, riempire ognuno con una scatoletta di medicinali, creare il vuoto, saldare sul quarto lato, tagliare ed etichettare, ho constatato che tutti i miei bei pacchettini ben allineati sul tavolo e pronti da mettere nella scatola..... si erano ri-gonfiati.... aveva dunque ragione Aristotele?

Avrei fatto meglio, sin dall'inizio, ad appoggiarmi al congegno avuto in prestito, quantunque, per poterlo riconsegnare al legittimo proprietario non sarà possibile lasciarlo a terra prima della partenza.
Tant'è: con la super "Vacuum" professionale non vi sono stati più problemi a creare il vuoto sufficiente, ed il lavoro si è rivelato fortunatamente anche molto più veloce ed efficace.
Aristole e successivi negatori di quanto ci sembra oggi un'evidenza, avevano dunque torto: ebbene sì, il vuoto esiste! .... ma avevano intravisto una grande verità asserendo che in natura (senza tecnologia adeguata) esso è impossibile.
Confortata per quanto riguarda la filosofia, e forte dell'esperienza fatta, ho ora l'autorità per dare un consiglio di vitale importanza:

se decidete di dotarvi di un apparecchio "Vacuum" scegliete il migliore!

11 luglio 2008

Giorno X-15

Improvvisamente, dopo una settimana di strano vagare senza meta, fra il computer che non mi chiedeva più di lavorare, le scartoffie da "liquidare" svogliatamente prima di una lunga assenza, gli acquisti dell'ultima ora, qualche residuo allenamento in piscina e l'inevitabile controllo quasi ossessivo delle mie "to do lists", è arrivato anche il giorno della partenza.
Non quello per la regata, al quale mancano ancora ben (...) 15 giorni, bensì solo il primo passo: la partenza verso la Bretagna. Per ritrovare ZenZero, rimetterlo in acqua, regolare l'albero, controllare che tutto funzioni, che i lavori siano stati fatti tutti e bene, che non abbia dimenticato nulla a casa, e, soprattutto, per riprendere in mano la barca, riabituare lo stomaco a rollio e beccheggio del Pogo - non sempre dolci- riprendere confidenza con i suoi rumori, il suo linguaggio; in sostanza: per riallacciare una conversazione fra me e lui, iniziata tempo fa.

Ormai da oltre 2 mesi non navigo più: troppo!
Per cui non appena terminate le operazioni a La Trinité sur Mer, prenderò il largo per navigare un po' prima di rinchiudermi nel porto di St Nazaire, dove i partecipanti alla Transquadra hanno ordine di stare fermi, a disposizione per controlli, in attesa, durante un' interminabile settimana.

Meta Camaret sur Mer: perché è un bel porticciolo, perché è alla distanza di poco più di un giorno di navigazione e ben si presta al rientro veloce a St Nazaire per non essere in ritardo, perché, (qualcuno ricorderà), è un porto che in qualche modo ha segnato una svolta nella mia vita di navigatrice.
Ho un debito verso questo approdo, il mio ex-voto nella bella e semplice chiesetta seicentesca di Notre Dame de Rocamadur -eretta sul porto, venerata da pescatori e marinai, e adornata con varie loro toccanti tavole votive- sarà sicuramente solo virtuale, ma la visita, come quella immancabile alla Signora del "Crabe qui rit" che cucina indimenticabili Langoustines au Pastis, è d'obbligo.

Non importa in questa sede il perché, ma proprio a Camaret, qualche miglio fa, ho percepito come molto gravosa la responsabilità di navigare in equipaggio, e ho capito che avrei salutato la partenza in solitario, dove l'unica persona da riportare a casa è la mia, con un senso di leggerezza.


Nel frattempo una strana ed allegra epidemia si sta diffondendo per mezza Europa: se un segno evidente della malattia è l'uso di maglietta blu con un enorme occhio sulla schiena e la scritta azzurra ZenZero (certamente un simbolo esoterico ed una scritta criptata per soli addetti-adepti), altri sintomi sono più discreti e personali: miriadi di sms, email, lettere (c'è ancora chi scrive a mano!), gri-gri vari consegnati da imbarcare assolutamente (ahi ahi il peso...), incoraggiamento, messaggi di sostegno, di consiglio, telefonate di saluto, in sintesi: manifestazioni di amicizia e simpatia per il mio progetto.

Da Napoli a Lille, da Trieste a Parigi, dal Ticino a Zurigo, la malattia sta per diffondersi anche in Bretagna, è denominata "societas suffragatoribus zenzerum" (in volgare: FanClub di ZenZero).

Domani sera, in Bretagna, nel verso dei gabbiani che tanto mi è caro sentirò ripetersi i vostri messaggi di amicizia, come li ritroverò, fra pochi giorni, nel canto del vento e del mare

Grazie a tutti!

20 luglio 2008

Camaret

Fra i vari imprevisti che possono incidere sullo svolgimento di un programma di navigazione, non avevo ancora mai incontrato uno sciopero degli addetti alla chiusa...
Il porto di St Nazaire è chiuso fino a questa sera (domenica) e le 120 barche della Transquadra, che da anni si preparano per questo evento, devono chinarsi alle logiche sindacali, e rimandare di un giorno l'entrata in porto, e forse, si mormora, anche la partenza della regata.

Non tutti i mali vengono per nuocere: un giorno supplementare a Camaret mi ha permesso la visita della goletta TARA (ex Sea Master di Sir Peter Blake - il mondo è proprio piccolo!), di ritorno dalla sua missione scientifica in Artico, e vicina di pontile per un paio di giorni.

Mentre i primi giorni della settimana passati a La Trinitė sono stati un susseguirsi di lavoretti, controlli e regolazioni, la sosta a Camaret è stata dedicata essenzialmente al riposo. Escluso qualche piccolo intervento di sistemazione sulla barca, ho approfittato di un paio di giorni di vacanza per rilassarmi e riposarmi fisicamente e psicologicamente, fare un po' di turismo e .... andare al cinema ("Tabarly" e un film sulla missione di TARA, tanto per restare in tema).

Sulla barca restano da risolvere 2 problemini di elettricità- elettronica e confido molto negli amici Renato e Laurent che verranno a vedere la partenza a St Nazaire per risolverli. Del resto siamo in contatto telematico per tentare di avere un'idea di quali siano gli interventi da fare: da un lato sul collegamento GPS-PC che non funziona più, e dall'altro sull'indicatore di carica delle batterie che non rileva la carica data dalle celle al combustibile. Due inconvenienti minori che non mi tolgono certo il sonno, ma che sarebbe comodo risolvere.

Questa sera partenza alle 17.00 LT, per arrivare all'ora giusta al passaggio del Raz de Sein (altrimenti si rischia di non passare a causa delle correnti), poi alla volta di St Nazaire per poter entrare con la chiusa delle 18.00 LT domani sera con sufficiente altezza d'acqua e la marea montante (St Nazaire è situato nell'estuario della Loira).

Qui dovrei ritrovare la simpaticissima famiglia del Bavaria vicino di pontile a La Trinitė, che si è offerta di aiutare ZenZero in tutti i modi. LouLou, la più giovane fan di ZenZero (4 anni), ha persino fatto un bellissimo disegno portafortuna, che mi accompagnerà fino all'arrivo.

E poi, finalmente, incontrerò gli altri....

ed entrerò in possesso della mia calza per lo spi portata appositamente da New York da Bertrand.

28 luglio 2008

Partenza

Ci siamo.... (lo scrivo con non poca emozione...) Ultimo giorno prima della partenza, che, ricordo è stata rinviata di un giorno causa sciopero dei portuali.
Questa settimana passata nell'acqua stagnante e sporca del porto industriale di St Nazaire è stata deleteria per le carene delle 104 barche che domattina, in acque ristrettissime e con corrente di marea, si presenteranno sulla linea di partenza.
E' stata pure una settimana molto stancante...altro che sieste, pisolini, allenamenti a dormire su comando ogni 2-3 ore...... obblighi burocratici, organizzativi, briefing, piombatura del motore, controlli di sicurezza e stazza, stampa, fotografi e altri doveri hanno ritmato (e soprattutto interrotto) gli ultimi controlli della barca, le messe a punto, gli appuntamenti coi tecnici. Le visite di amici, i "vertici" con gli altri Pogo, e non da ultimo le feste, hanno dato il colpo di grazia a quella che era il mio programma di riposo...
Il gruppo dei Pogo (14 di cui 4 in solitario) si è confermato molto compatto, solidale e..festaiolo.

Sulle banchine si allineano oggetti da scaricare dalle barche: catene, portolani, cassette di attrezzi, vestiti, manichette dell'acqua, ancore, pentole, materassi, cime, pezzi di rispetto, ..... le barche, sono vuote. Il motto è: leggerezza ad ogni costo, anche a scapito della sicurezza, dei regolamenti e del buon senso...

ZenZero ha una linea di galleggiamento 10 cm sopra le altre, chissà perchė.... Ma proprio non mi va di entrare in questo gioco che considero poco marino. Certo qualche cosa è rimasto a terra anche da parte mia, ma senza andare a certi estremi.

 

In questi giorni ho ricevuto altri mille messaggi di incoraggiamento, per fortuna gli sms e i msg email non incidono molto sul peso della barca..... e la visita di numerosi amici, fra cui Renato che ha brillantemente risolto il problema dell'indicazione di carica della Fuel Cell, che, benchė funzionante, non era presa in considerazione dal controllore delle batterie (per cui non avevo la visione immediata dello stato della mie batterie, e avrei dovuto continuamente tenere conto di consumi e produzione per essere certa dell'energia ancora a disposizione.)
Non è stato invece possibile risolvere il problema della posizione GPS sul PC. Dev'essere un conttato che si è ossidato, visto che prima funzionava tutto.... Ho quindi acquistato una chiave GPS USB che mi da la posizione indipendemente dal GPS di bordo (ho quindi adesso 4 GPS a bordo...oltre al sestante: non dovrei perdermi).
Altri grossi problemi non sono emersi, certamente il vedere altre 13 barche uguali e i trucchetti che hanno adottato, il parlare con gli altri Pogoisti ha aperto molti orizzonti. Ma le scelte sono fatte, ormai si parte così come ho deciso mesi fa.
L'ultimo problemino ė stato quello della ricarica del bombolino (usato da Bertrnad per fare carena, e che gentilmente ha dato un colpo di spugna anche allo scafo di ZenZero: il bombolino, prodotto nel 2005 non corrisponde alle norma francesi che prevedono una revisione ogni 2 anni. Non hanno voluto ricaricarmelo..... alla fine, aiutata da Bea, abitante di St Nazaire e conosciuta tramite gli amici di pontile di La Trinitė, e dopo ore ed ore perse a girare a vuoto, abbiamo risolto anche questo.)
Parto con gli incoraggiamenti di molti amici: gli Svizzeri che hanno un Pogo 8.50 sul lago Lemano e che sono venuti a trovarmi e mi hanno dato altri suggerimenti, gli amici di Varazze che tramite sms su Iridium mandano gli auguri, gli altri Pogoisti molto solidali e un po' paternalisti (sono l'unica donna in solitario), gli amici ticinesi che si sono ricordati della data di partenza per mandarmi un messaggio di augurio, i giornalisti (molti) venuti ad intervistarmi (sempre perche sono l'unica donna), gli amici del Blitz 4, Umberto e tutto l'equipaggio che si appresta a venire a Madera per il mio arrivo, e del Blitz 3 (il mio) che con me hanno diviso esperienze di navigazione, gli amici di St Nazaire (Bea, Patrick e Martine, che si sono prodigati ad aiutarmi in tutti i modi, e i loro nipotini Louise, Elliot e Titouan), i compagni di navigazione di sempre, Matteo Miceli che si e ricordato pure lui del giorno della partenza, Renato che e venuto appositamente a St Nazaire per le ultime messe a punto dell'impianto elettrico, Laurent sempre disponibile e che si è spostato da Lille per risolvere il mio problema di collegamento GPS-PC, Dario che da mesi mi aiuta nella preparazione della barca, Donatella, il mio":uomo all'Havana" che mi manderà giornalmente la mia posizione rispetto agli altri ed una cartina meteo, Markus che farà la stessa cosa come back-up, la mia famiglia, un po' perplessa su questa mia scelta, e tutti quanti....
Ringrazio tutti, e mi scuso se non ho potuto scrivere personalmente a tutti, ma vi penso e i vostri saluti mi accompagneranno per questi 8-9 giorni che si preannunciano difficili dal punto di vista meteo, ma come una liberazione, appena partiti, da questo giogo della permanenza nel porto di St Nazaire.

Grazie, Grazie, Grazie, non so cos'altro dire a meno di 12 ore dalla partenza. Tutto questo ė stato possibile anche grazie a voi!

Ci risentiamo dopo l'arrivo a Madera, che prevedo fra il 6 ed il 7 agosto!

Da ora in poi gli unici contatti con ZenZero saranno quelli indicati alla pagina "contatti" del sito www.zen-zero.ch oppure dalla pagina "Positions" del sito www.transquadra.com
A presto!

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