9 settembre 2008

Considerazioni e bilanci dopo la 1a tappa

Questo "gap" temporale di quasi 6 mesi fra la prima e la seconda tappa è esasperante! da un lato ho l'impressione di aver concluso qualcosa e di poter quindi dedicarmi ad altre faccende, mentre invece dovrei concentrarmi per affrontare la tappa più lunga, dall'altro mi sarei sentita pronta a ripartire subito dopo l'arrivo a Funchal, e invece ora mi sembra di perdere ogni giorno un po' lo stato di preparazione che avevo raggiunto, dimenticandomi persino come si va in barca.
Faccio il possibile per non "sedermi" e vorrei approfittare di questi mesi per mettere a frutto l'esperienza vissuta per migliorare la preparazione della seconda tappa, preprazione che putroppo resta teorica non avendo ZenZero a portata di week-end per navigare quanto vorrei.

Per fare questo innanzi tutto è indispensabile stilare un bilancio tecnico della prima tappa: è utile e necessario per la preparazione della seconda e per organizzare il lavoro che dovrò fare prossimamente a Madeira.

segui il link per il bilancio tecnico

8 ottobre 2008

Si ricomincia daccapo...

Cambia solo una piccola cifra, dall'1 al 2 : la lista delle cose da fare per la preparazione della 2a tappa della Transquadra assomiglia in modo sconcertante a quella della prima.... Sto per ripercorrere gli stessi passi di un anno fa con solo un pizzico di esperienza in più ma con molto meno tempo?

Evidentemente alcuni punti della preparazione si ripetono, ma credo che ciò che sto per affrontare ora sia unicamente il seguito di quanto svolto nel corso dell'ultimo anno: come nel corso di un normale iter scolastico, il secondo ciclo si può frequentare solo dopo aver superato il primo, e i contenuti dei capitoli da studiare sono un approfondimento ed un ampliamento di quanto già assimilato in precedenza.

Salone di Genova

Proseguendo con il parallelismo scolastico, la visita al salone di Genova, a inizio ottobre, aveva proprio il profumo del primo giorno di scuola: l'incontro di molti vecchi amici e conoscenze, la voglia di rimettersi al lavoro (... con calma), i racconti da fare e ascoltare, i progetti da abbozzare, la giornata ancora soleggiata ma già segnata da una brezzolina fresca : avevo fissato questa data simbolica per ritornare ad occuparmi di Zenzero e della Transquadra, dopo alcune settimane di vacanza.
Quest'anno il Salone non mi ha deluso: forte dell'esperienza della scorsa edizione vi sono andata senza soverchie aspettative, senza dover cercare di raccogliere informazioni, voler carpire consigli o scegliere strumenti adatti al mio programma, la mente libera da doveri impellenti.
Gironzolando fra lussuosi yacht (perlopiù a motore) e costose attrezzature assolutamente inutili ai miei bisogni, mi sono concessa questa giornata di piacevoli incontri e di ammirazione per qualche rara barca che potrebbe entrare nella rosa di candidate per il "dopo Pogo". Non è il momento per approfondire queste tentazioni, ma nulla vieta di sognare.....

Certo che l'Este 40 varato da pochi giorni e presentato da Matteo a Genova per il suo futuro giro del mondo in solitario e autonomia energetica fa sognare....

il primo giorno di scuola, è risaputo, la testa è ancora colma di ricordi ed è terreno fertile per nuovi progetti da seguire con entusiasmo.


 

 

NKE Italia

La trasferta in terra ligure aveva nonostante tutto uno scopo concreto, mirato e utile: la visita alla NKE Italia a Chiavari (NKE è il sistema di strumentazione e pilota di cui è dotato ZenZero).
La miglior conoscenza del mio pilota è infatti uno dei punti importanti della lista delle incombenze da sbrigare prima della partenza per la traversata, ed ho approfittato dell'estrema competenza e disponibilità della Signora Clara (se non ci fosse dovrebbero inventarla!) per dare una risposta a qualche mio dubbio.
Sulla scia di esperienze mie ed altrui, consigli della NKE e di vari specialisti incontrati nell'ambito della Transquadra - in primis l'insostituibile Signora Clara - ho ordinato alcuni pezzi di ricambio per il mio pilota, a completamento di quanto avevo già previsto per la prima tappa, il tecnico NKE mi ha spiegato i trucchi per sostituire questi elementi senza fare danni, e, last but not least, ho ottenuto i manuali (in italiano) di tutti gli strumenti che ho a bordo.
Su questo aspetto devo ammettere che il cantiere Structures è un po' debole: alla consegna della barca i manuali del pilota non erano completi, le spiegazioni inesistenti e, a seguito delle mie ripetute richieste telefoniche, sono stata invitata a rivolgermi direttamente al produttore, non senza qualche travaglio per cercare di capire quale modello fosse montato sul Pogo 8.50 (insieme lineare ST 32), e chi fosse il produttore da interpellare per avere informazioni sulla manutenzione dell'attrezzatura: NKE (strumenti) o Lecomble et Schmitt (motore e attuatore idraulico).

Sono ripartita da Chiavari confortata dalla certezza che per quanto riguarda il pilota sono in una botte di ferro (....).


Lista dei pezzi di ricambio del pilota a bordo di ZenZero:

- Filtro di alimentazione del bus Topline : quello che era bruciato a Lagos lo scorso aprile
- Sensore Log speedomentro elettromagnetico : senza la velocità della barca le funzioni determinate da questo dato non possono essere calcolate
- Sensore anemo-direzione o centralina del vento (in testa d'albero) : in assenza dei dati del vento le funzioni dipendenti da questo dato non possono essere calcolate. La centralina del vento è molto sensibile ai campi elettromagnetici (fulmini)
- Elettrovalvola (comando dell'attuatore)
- Astina sensore dell'angolo di barra
- Carboni del motore (spazzole): sono da cambiare circa dopo 2'000 ore di funzionamento del pilota (per ZenZero la scadenza è prevista sulla tappa di rientro dalla Martinica alle Azzorre)
- Terminale attuatore (congiunzione attuatore-barra)
- Telecomando : non indispensabile ma molto comodo in caso di manovra a distanza dal pozzetto per esempio strambata sotto spi

14 novembre 2008

Non si assicurano imprese temerarie...

Fra la prodezza e la catastrofe il limite è spesso molto tenue

Sono partiti, i Grandi, quelli veri, quelli che navigano davvero, quelli bravi che quasi nulla può fermare... ne sono già tornati parecchi, alcuni senza ripartire. La Vendée Globe ha iniziato a mietere le sue vittime, e siamo solo all'inizio!
Non lascia indifferenti vederli ripercorrere i passi che ho compiuto qualche mese fa: in quattro giorni quello che ho fatto in undici (!) con avanzamenti giornalieri da capogiro, ma con le stesse problematiche e le stesse preoccupazioni, ingigantite dalle dimensioni delle barche e dalla loro velocità, la stessa delusione, per chi deve gettare la spugna, che ho letto nei messaggi dei miei compagni che hanno subito la stessa sorte.
Sono bravi, sono arditi, sono forti, sono i migliori....

Ma...qualche perplessità nasce quando si legge che prima ancora di passare Finisterre, non pochi, hanno dovuto invertire la rotta, dopo anni di preparazione: problemi di energia, disalberamenti e collisioni (!) le cause più frequenti.

Chissà se al termine di questa regata altamente tecnologica e dipendente da sponsor e mediatizzazione, uno dei partecipanti rinuncerà a tagliare il traguardo per continuare a navigare, perché "sta bene in mare, e per salvare la sua anima", come aveva fatto Moitessier nel corso della prima edizione, nel lontano '68?

Nel mio piccolo, oltre a sognare di imprese che mai potrò compiere, e di personaggi ai quali non ardisco certamente paragonarmi, continuo con la preparazione della seconda tappa.

Leggo, sì, leggo e rileggo di navigatori solitari: classici e più recenti, resoconti di personaggi famosi e esperienze di navigatori sconosciuti, libri, articoli di riviste del settore e blogs, e mi avvento con voracità su qualsiasi scritto che parli di navigazione in solitario.
Frugando fra vecchi libri di una sbilenca bancarella sulla piazza di Camaret, avevo scovato, a pochi giorni dalla partenza per la prima tappa, un libricino intitolato "Les navigateurs solitaires" di Jean Merrien: un riassunto di tutte le navigazioni solitarie dall'inizio (a fine del 19° secolo con i primi pionieri) alla metà degli anni '60 (epoca in cui fu scritto il libro).

Interessante per alcune considerazioni tecniche, fra le quali quella che spiega perché un'imbarcazione piccola (7.50 - 9m) è più sicura di una barca grande per attraversare l'Oceano, il libro è scritto senza alcun intento letterario e con posizioni dell'autore che vanno dall'adulazione per quanti gli sono simpatici, al disprezzo mal celato per i navigatori di cui non condivide le scelte, non scevro da qualche sprazzo misogino:
Dice l'autore: Dopo le traversate dell'Atlantico in solitario da ovest a est, e da est a ovest, passando da diverse rotte, e con i più svariati mezzi galleggianti, quale prodezza mai restava da compiere? La traversata senza viveri, oppure quella a motore o la traversata di una donna sola.

Segue il racconto della traversata della prima donna in solitario, Ann Davidson nel 1952, cui sono dedicate ben 11 righe (contro le 12 pagine per l'idolo dell'autore: Marin-Marie), che si conclude con questa "bella" considerazione:
"Il successo di Ann Davidson è notevole, poiché la navigazione in solitaria è certamente molto penosa tanto per i muscoli quanto per i nervi femminili. (???? n.d.r)
L'ammiriamo, ma non le auguriamo molte imitatrici. La ricerca eccessiva di record presto o tardi può essere fatale"

Con questo augurio che mi pesa sulle spalle, mi sono convinta di aver visto giusto nello sbarcare il libro prima della partenza da St Nazaire, e che questo non vale certamente i 3 euro spesi, né queste righe di commento e neppure che mi impegni a terminarne la lettura.

Tuttavia la mia preparazione si articola anche su altri punti, fra cui qualche dettaglio amministrativo ancora da risolvere.

Mi sono dunque adoperata, con qualche settimana di anticipo, a studiare la mia polizza assicurativa, dovendola estendere geograficamente per andare alla Martinica.
Come si suol fare in questi casi ho interpellato diverse compagnie, per poter scegliere l'offerta migliore, fra cui la più famosa fra i velisti svizzeri. La risposta? "La nostra Compagnia non assicura imprese temerarie"

Con un sentimento di leggero abbattimento concludo queste osservazioni, per raccontare della trasferta a Madera di fine ottobre una prossima volta, con spirito più sereno.....

22 novembre 2008

Da Madeira a Nantes

Trasferta a Madera - fine ottobre 2008

Ci voleva proprio: un breve soggiorno a Madera, con il suo clima dolce, il suo paesaggio frastagliato, il suo quieto vivere e i suoi abitanti accoglienti: un tuffo nell'estate quando da noi già le cime si imbiancavano di neve.
La trasferta di fine ottobre aveva come scopi principali il controllo della barca, il recupero delle vele di ZenZero, qualche piccolo lavoretto, la pulizia della carena, la ricognizione dei supermercati locali per verificare la presenza di quanto servirà per la cambusa, e non da ultimo un aspetto squisitamente psicologico: avere l'impressione di fare qualcosa di utile in vista della seconda tappa.

Le vele sono tornate in barca, quasi come nuove ...la randa ha ancora i segni del duro trattamento subito (tessuto screpolato e ormai informe), ma non è concesso cambiarle fra una tappa e l'altra, del resto non credo avrei investito ancora la somma necessaria per acquistarne una nuova. Sono fiduciosa nell'Aliseo portante per non doverle chiedere prestazioni che non può più fornire..... Il Genova necessitava unicamente di qualche rinforzo nei punti di sfregamento col pulpito e gli spi di qualche controllo.

Ho approfittato della bassa stagione per chiamare a bordo l'elettronico di Funchal (ve n'è uno solo, pare) che mi ha collegato il ricevitore AIS al GPS fisso, mentre mi occupavo di smontare il motore del pilota per verificare lo stato dei carboni (consumati circa al 50% dopo 1'200 ore di funzionamento), controllare che quelli di rispetto e l'elettrovalvola acquistati a Chiavari fossero del modello corretto, e adattare alla giusta misura l'astina di rispetto di rilevamento dell'angolo di barra.
Il controllo di strumenti e pilota ha confermato, fra le altre cose, che l'indicatore di carica delle batterie funziona correttamente.
Per ora tutto sembra a posto, speriamo non si ossidi qualche contatto da qui alla partenza.....

Ho approfittato del tempo a disposizione (per una volta più lungo della lista dei lavori da fare...) per spostare la vaschetta del liquido di raffreddamento del motore più in alto alfine di permettere la ricarica delle batterie senza pericolo di surriscaldamento anche con barca sbandata a dritta.
La modifica è stata fatta soprattutto in previsione della traversata di rientro: all'andata il generatore primario sarà ancora la cella al combustibile, alla quale dovrò però purtroppo rinunciare per il ritorno, non essendoci metanolo in vendita alla Martinica.
Per le ragioni di sicurezza già esposte (avere due fonti distinte di energia, ed almeno il combustibile per ognuna di esse sufficiente a coprire i fabbisogni minimi in caso di avaria) partirò da Porto Santo con 50 l di metanolo: 30 per la traversata di andata e 20 supplementari, per l'emergenza sul rientro, appunto: 16 kg a cui avrei volentieri rinunciato in regata......

La pulizia della carena ha permesso di verificare che l'antivegetativa è ancora come nuova e perfetta. Del resto l'acqua della marina di Quinta do Lorde è molto pulita e lo scafo era quasi privo di vegetazione. L'unica sorpresa è stato il consumo eccessivo degli zinchi dell'elica. Sono già da cambiare dopo solo 4 mesi....
In compenso, la presenza di un enorme cantiere edile sopravvento alla marina provoca moltissima polvere. Ve n'era dappertutto, in coperta e dentro la barca. Bene avevo fatto a coprire i winch e l'attrezzatura più sensibile, oltre ad aver smontato tutto quanto possibile prima di partire quest'estate.

Il clima di Madera invitava maggiormente alla vacanza e alla pigrizia che non al lavoro sulla barca, e mi sono dedicata anche a una delle mie attività preferite: osservare lo spettacolo della marina. Ancorché il porto fosse molto più calmo che non in agosto, c'era un certo via-vai di barche in preparazione per la traversata e di navigatori con cui stringere amicizia, intrattenere conversazioni, scambiarsi indicazioni e informazioni.

Girando per pontili per dare uno sguardo alle barche della Transquadra che qui soggiornano, una decina, alcune delle quali mi sono state raccomandate dagli armatori che non hanno la possibilità di venire di persona prima della partenza, mi sono imbattuta in un magnifico Pogo 40, in arrivo da Gibilterra.
I Pogo sono una grande famiglia, è risaputo, e ne ho avuta l'ennesima riprova: Thierry, il proprietario, mi ha subito invitata a visitare la barca, a prendere l'aperitivo, seguito da una pantagruelica cena a base di tonno appena pescato, e si è dedicato con passione, per ore, a parlarmi del suo TamTam, rispondendo alle mia usuale raffica di domande e aprendo nuove prospettive per quello che potrebbe essere il "dopo ZenZero". Coincidenza o segno del destino: TamTam sarà in vendita a settembre 2009, proprio in concomitanza con la fine della mia storia con ZenZero...






 

Assemblea Transquadra - 1 novembre 2008

Ho chiuso la barca, probabilmente per l'ultima volta prima della partenza, e l'ho lasciata alle cure degli addetti della Marina, per correre subito a Nantes (cambio di clima notevole...) all'Assemblea della Transquadra, ultimo incontro prima di Porto Santo, ricco di informazioni pratiche e ragguagli organizzativi.
E' la quinta assemblea della Transquadra a cui partecipo. Ormai sono di casa, ed è stato bello rincontrare i compagni d'avventura, e scambiarsi altre dritte e consigli, in particolare fra Pogo, per mantenere un po' l'adrenalina, che tende a calare in questa pausa troppo lunga fra le due tappe..... Arrivederci a presto a Porto Santo!

29 novembre 2008

Meteo 2

Le mille incombenze che costellano le mie convulse giornate di questo periodo (oltre alla preprazione della 2a tappa, devo anche pensare al mio lavoro e ai miei 3 figli), prevedono anche un ripasso, approfondimento della meteo per la seconda tappa.
Trasferta a Chiavari, sotto la neve, da Gianfranco Meggiorin di Navimeteo per mettere a punto questo aspetto... (l'articolo è stato inserito alla pagina Corsi e Formazione)

In questi giorni le liste di cose da fare ricominciano a ricoprire la mia scrivania, così ferma, stabile, asciutta e rassicurante, e il pavimento di casa è cosparso ovunque di scatole di materiale, cibo liofilizzato, pezzi di ricambio, di quanto assolutamente non devo dimenticare, o di ciò che potrebbe essere utile - non si sa mai- o piacevole avere a bordo durante le settimane di solitudine. Ma dove potrò stivare tutto quanto?
Abbandono le letture dei racconti romanzati dei navigatori solitari che hanno costellato il mio autunno, per dedicarmi allo studio della corposa (e noiosa) bibbia della meteorologia di Bernot, riprendere lo studio dei manuali delle attrezzature di bordo, altrettanto poco poetici, studiare un po' meglio MaxSea, aggiornare il mio PC di bordo, fare il punto su quanto devo ancora terminare, praticare un po' di sport (poco), nel raro tempo libero che il lavoro mi concede in questo periodo dell'anno.

Mancano ormai poche decine di giorni alla partenza, la tensione inizia a far capolino, qualcosa nell'aria è cambiato: ma non è la neve che continua a cadere fuori....

9 dicembre 2008

La gestione del sonno, questa sconosciuta

L'aspetto che più mi preoccupava prima della partenza in solitario, era proprio la gestione del sonno, in fondo l'unico aspetto (o perlomeno il più importante) che differenzia la navigazione in solitario da quella in equipaggio. L'idea di seguire un "corso" su questo argomento, mi è stata data da Matteo Miceli, ma troppo tardi per potermi organizzare prima della partenza della prima tappa.

Sebbene mi sia arrangiata finora organizzando il sonno più secondo istinto che basandomi su criteri scientifici, e trovandomi tutto sommato bene, mi è sembrato opportuno approfondire l'argomento prima della traversata.

Come per il corso ISAF di gennaio 2007, ho nuovamente coinvolto Sergio, presidente dello Yacht lub del mare, per organizzare un corso a Lugano, anche stavolta garantendogli una massiccia partecipazione di interesssati (fra i quali i ministi del Nord Italia che si stanno preparando alla prossima mini-transat di settembre).

Ho poi contattato il Prof. Claudio Stampi, luminare nel campo della gestione del sonno, in particolare di navigatori solitari, e che casualmente avevo incontrato anni fa, in una navigazione di qualche giorno sulla Barca Laboratorio. Purtroppo lui lavora a Boston, ma si è dichiarato molto disponibile a organizzare tale corso durante una sua breve visita in Italia, prima della partenza della 2a tappa (per fortuna!).

Un po' in "zona Cesarini" è vero, ma ce l'abbiamo fatta, e ieri un nutrito gruppo di ministi, Matteo Miceli stesso, l'equipaggio di Nitroglicerina, e la sottoscritta ha seguito l'interessante seminario del Dr Claudi Stampi. A Lugano!

Mi resta poco tempo prima della partenza, e moltissime cose da fare, oltre alle solite incombenze di fine anno, le feste natalizie e il lavoro da terminare (e non da ultimo una piccola crociera alle Egadi per fare un po' di vacanza, nonché riprendere il piede marino....).

Si presenta quindi una situazione ideale per allenarmi a casa, e questa volta con lo scopo immediato e concreto di guadagnare ore preziose sull'arco della giornata... per la prima volta con una base scientifica su cui fondare i miei tentativi, sinora portati avanti molto istintivamente.

Dettagli del corso alla pagina Corsi e Formazione

22 dicembre 2008

Aperte le sottoscrizioni a LA SQUILLA DEL MARE

Il nostro uomo al'Havana che, come già detto, è una donna, per la seconda tappa della Transquadra ha cambiato identità, pur essendo sempre la stessa persona, adattandosi alla destinazione prevista (Marthi o Nick)

Come per la prima tappa si prodigherà nel trasmettere informazioni fra ZenZero e la terra (e viceversa). Questo rapporto privilegiato che intrattiene con ZenZero le permetterà di riprendere a pieno regime il suo progetto editoriale, che prevede la pubblicazione quasi-quotidiana del ben noto foglio "La Squilla del mare" con supplemento settimanale a colori!.

Già sin d'ora sono aperte le sottoscrizioni (gratuite...) al giornalino La Squilla che sarà inviato per email a chi ne fa richiesta.

Gli affezionati Fans di ZenZero potranno in tal modo seguire in diretta la traversata atlantica, e partecipare alla redazione con commenti, lettere aperte, consigli e critiche (purché costruttive ;-).

Personalmente sono molto dispiaciuta di non avere la possibilità di seguire il quotidiano, essendo assente proprio in quel periodo, per impegni precedentemente presi, ma mi riprometto di leggere tutti gli arretrati al mio rientro!

24 dicembre 2008

Pasti liofilizzati

Approfittando della visita al salone di Parigi, a inizio dicembre, ho fatto il solito "shopping pre-natalizio". Meta: la Librairie Maritime d'Outre Mer et Le Vieux Campeur.

Nella prima mi sono rifornita di portolani, pilots e quanto ancora mi mancava per navigare fino ai Caraibi e dintorni, nel secondo ho trovato ampia scelta di alimenti liofilizzati, tanto decantati dai regatanti "veri".

Seguendo i consigli degli esperti ho fatto incetta di vari tipi di pasto, evitando accuratamente ogni seppur minimo accenno alla carne di coniglio* (...), di marche diverse per garantire un minimo di varietà, e badando di avere almeno qualche pasto approntabile con sola acqua fredda, e alcune scatole di cibo auto-riscaldante, nel caso dovessi finire la bombola del gas anzitempo o avere qualche avaria al fornello della cucina.
Ne ho acquistati in abbondanza, non tanto per nutrirmi unicamente in questo modo, ma per poterli provare a casa prima di partire.

E in questi giorni invece di partecipare ai tradizionali cenoni natalizi, metto alla prova i diversi sacchetti, confronto gusto, aspetto, valore nutritivo, facilità e tempo di preparazione e quantità d'acqua necessaria.
Il risultato è un po' sconfortante: che sia paella, stufato di manzo alle patate, riso cantonese, o pesce al forno, l'aspetto è tragicamente pallido per ogni tipo di ricetta, varia unicamente la tonalità di giallo, il gusto è omogeneamente gommoso indipendentemente dalla marca o dagli ingredienti, la quantità d'acqua necessaria è variabile ma direttamente proporzionale al volume del risultato, per cui non si risparmia molta acqua scegliendo una marca piuttosto che un'altra, e soprattutto il potere saziante non è completamente soddisfacente.

Credo che la mia cambusa sarà molto tradizionale anche per la traversata. Al diavolo il risparmio di peso, di tempo e la pigrizia per cucinare: niente può sostituire un bel piatto di pasta al dente, o un'insalata di verza tagliata fine fine! Un pasto dev'essere fonte di piacere, almeno questo, considerando che non sarà probabilmente un'occasione per socializzare...
I liofilizzati serviranno per il tempo brutto e mare troppo mosso e per quando gli alimenti freschi si saranno guastati.

Le marche provate:
Pasti disidratati: Travellunch - Voyager- MX3- Atonia
Autoriscaldanti: Vitcho
Giudizio: Atonia i più economici, MX3 i migliori sia come quantità, potere saziante e facilità di preparazione (linea all'interno del sacchetto per indicare la quantità d'acqua da aggiungere), Voyager i più rapidi (2-3 minuti contro i 15 di MX3).
Gli auto-riscaldanti Vitcho non li ho ancora provati. Sono ingombranti e pesanti (il riscaldamento avviene per reazione chimica fra due elementi posti in contenitori separati (fra loro e dal cibo). Il peso ed il volume necessari per la reazione chimica superano notevolmente quelli del pasto stesso.




I giudizi conclusivi dopo la prova dal vero!

Non mi resta che augurare ai miei tre lettori un ottimo cenone natalizio e di capodanno!



* per chi non fossse a conoscenza delle tradizioni e superstizioni marinare francesi: il coniglio è un animale di cui non si deve neppure parlare in barca, figuriamoci mangiarne! Se proprio si deve citarlo, a bordo si parlerà del cugino della lepre, dell'animale dalle lunghe orecchie o si troverà altra circonvoluzione. Il timore del coniglio e persino del suo nome, nasce da quando questi animali, trasportati sulle navi come cibo fresco durante le lunghe traversate, causavano notevoli danni, fino all'affondamento delle navi stesse, rosicchiando tutto il possibile, soprattutto le calaffature (giunto a base di pece fra le tavole componenti lo scafo delle navi in legno) di cui erano ghiotti. E' provato (ve lo garantisco per averlo constatato di persona) che parlare di questo animale su una barca anche nel XXI secolo, può causare le avarie e gli incidenti più inaspettati!

6 gennaio 2009

Befana

Anche a Lugano è passata la Befana, sotto la neve, in un clima che non invita certo alle partenze in barca a vela.....
A dire il vero la Befana si è impegnata parecchio, iniziando il suo giro il giorno di Santa Lucia, passando da Babbo Natale per giungere sino al 6 gennaio.

La mia calza (non quella dello spi) è molto ricca questa sera: amiche, amici e parenti tutti si sono ingegnati nello scovare quanto di più utile e originale, purché piccolo e leggero, potrei imbarcare su ZenZero per la traversata.

Ha cominciato Ceci, preoccupata per la mia pulizia personale, con una confezione di salviette "compresse", grandi come un'aspirina e che si gonfiano quando inumidite fino alla dimensione di un grande tovagliolo (il fabbricante si raccomanda di non ingerirle!), e una scatoletta di scaglie di sapone per il bucato. Con un contenitore di pochissimi grammi potrò fare bucato tutti i giorni, e risparmiare in tal modo peso sui vestiti da imbarcare.

Matteo mi ha invece "rifilato" gli avanzi della sua traversata record su Biondina Nera, catamarano di 6 m: una scatola di riso liofilizzato (8 porzioni) che si prepara con acqua fredda, sapendo del mio timore di un'avaria al fornello della cucina. Mi ha inoltre dato il suo prezioso casco da Kite surf, che aveva utilizzato con molta soddisfazione nella sua traversata. Il casco non serve a ripararsi dai colpi di boma, ma è utile perché ha una visiera, indispensabile per chi porta occhiali, come la sottoscritta, per proteggerli dagli spruzzi e dalla pioggia nei groppi frequenti che incontrerò. L' esperienza di Matteo è preziosa e non mancherò certo di indossarlo. Riso e casco da record: è un buon auspicio!

Heike ha pensato al mio benessere psicologico regalandomi un CD intitolato Itaka (molto bello). Nessun problema di peso, l'ho caricato sul mio iPod. Speriamo che il titolo non sia presagio di un girovagare per i mari per dieci anni prima di arrivare a destinazione!

Claudia, dal canto suo, ha provveduto a rifornire la cambusa in sintonia col nome della barca. Anche in questa traversata berrò tè allo zenzero, ma, novità rispetto alla prima tappa, avrò a disposizione pure zucchero allo zenzero. Per potermi acclimatare in anticipo alle abitudini della Martinica, ha pensato anche allo zucchero profumato col rum, e, memore delle mie mani doloranti durante la prima tappa a seguito della giornata passata con ago e filo, ha scovato una pietra miracolosa che ferma le piccole emorragie e uno speciale balsamo per una cura rapida delle ferite cutanee.

Mia madre, sempre previdente, mi ha fatto l'omaggio di due libri: uno da prendere con me in caso di durata eccessiva della traversata, per occupare il mio tempo con la lettura dei racconti di un grande della navigazione: Olivier de Kersauson, e uno da studiare a casa prima della partenza e da non imbarcare (sempre per questioni di peso), con bellissime foto di Philippe Plisson sulla Martinica: perlomeno se non arriverò alla giusta destinazione avrò un'idea di com'è l'Isola e di che cosa mi sarò persa...

Marco Luca ed Alessandro, molto più tecnologici, avendo sentito le mie lamentele per la mancanza di WiFi a Madera e la conseguente impossibilità di collegarsi ad internet per studiare le previsioni meteo prima della partenza, mi hanno dotato di una chiavetta USB modem GSM/GPRS, che, ne sono certa, sarà molto apprezzata anche dai miei compagni-avversari!

E infine la Befana vera (intesa unicamente come data precisa!) si è manifestata nella persona della misteriosa redattrice del giornalino La Squilla del Mare, nonché responsabile delle comunicazioni Terra-ZenZero. Marthe, meglio nota come Donatella si è probabilmente sentita responsabile del mio buon umore, avendo a che fare con i miei emails quotidiani da bordo e dovendo sorbirsi i miei "stati d'animo". Si è quindi preoccupata di trovare qualche ricordino "svizzero" che mi faccia sentire in Patria anche in mezzo all'Oceano e mi allontani dalla nostalgia di casa. Così partirò con qualche bandierina rossocrociata stampata su un accendino, e su una "scatola rumorosa" che emette un muggito di mucca (ovviamente svizzera) ad ogni oscillazione. Ottimo sistema di allarme al crescere dell'altezza delle onde, nonché utile corno da nebbia di rispetto. Fortunatamente, nel negozio di souvenirs tipicamente svizzeri non ha rivolto la sua attenzione ad un corno delle Alpi, cosa che avrebbe anche potuto fare conoscendo la sua passione per gli strumenti a fiato quale il diggereedoo!
Non mancava nel pacchettino una fiaschetta di grappa indigena, a rammentarmi le mie radici ticinesi (da usare solo in caso di emergenza!!!!!) e un incredibile asciugamano particolarmente piccolo, leggero e che si asciuga molto in fretta.







 

Grazie a tutti!

Queste piccole attenzioni, insieme a tanti altri messaggi, pensieri e incoraggiamenti che ho ricevuto, testimoniano simpatia e affetto da parte di chi vuole sentirsi partecipe del mio progetto.
Ho nuovamente la dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, che navigatore solitario non è sinonimo di solitudine!


 

La Befana si porta via tutte le feste, come si suol dire: è ora di iniziare a preparare il sacco, fare mente locale, cercare di non dimenticare nulla, dall’Iridium agli indirizzi per le cartoline che manderò dalla Martinica, alle chiavi della barca, insomma, la data si avvicina….. mancano 17 giorni: è ora di concentrarmi e di pensare “alle cose serie”!

19 gennaio 2009

Ultimi preparativi

Da qualche giorno a Madeira, dove piove spesso ma non fa troppo freddo, mi sto concentrando sugli ultimi preparativi: rimettere in sesto la barca dopo mesi di inattività (della barca) e' un lavoro lungo.
Pulizia, riarmo, controlli, carena, regolazione dell'albero, cambusa, ce n'e' per tutti i gusti...

Ma ci sta anche un po' di turismo..per fortuna.

Mercoledi', dopo aver recuperato Bertrand (Pogo 8.50 Zinzolin) all'aeroporto, partiremo insieme alla volta di Porto Santo, e queste circa 30 miglia saranno il mio unico allenamento prima della traversata... anche per Bertrand del resto, che arrivera' direttamente da New York. Per di piu' lui non ha neppure fatto la prima tappa (abbandono causa collisione con un'altra barca a vela).

Poche altre barche in riarmo a Quinta do Lorde, la maggioranza dei Transquadristi sono gia' a Porto Santo dove le barche hanno svernato, in secca.

E' ancora tutto tranquillo, la partenza sembra cosa molto remota ed irreale..ma mancano 5 giorni soltanto....

E' un po' difficile aggiornare il blog da Madeira, per cui rimando i miei affezionati lettori alla lettura dei commenti quotidiani che dal 24 gennaio pubblichero' sulla pagina http://www.zen-zero.ch/posizione

Riprendero' la scrittura del blog al mio rientro, a fine febbraio, fra oltre 3'000 miglia.....

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